Innovazione, tendenze e sostenibilità. Micam si prepara ad aprire le porte dell’89esima edizione (16-19 febbraio 2020) ponendo una particolare attenzione su questi contenuti. Non a caso, tra le novità della fiera dedicata alle calzature, c’è il Micam X. La nuova area del salone sarà il palcoscenico delle proposte più innovative e tecnologiche, dove il pubblico potrà scovare le nuove tendenze di mercato, scoprire materiali e informarsi sul futuro del retail. Qui, inoltre, si terranno i workshop organizzati da Wgsn, incentrati sui nuovi trend, e da Lineapelle, focalizzati sugli aspetti più innovativi e sull’evoluzione dei materiali, in primis la pelle. Tra le altre aree presenti al salone, c’è la Man Square, dedicata all’uomo, l’iKids Square, il Players District, dedicato al mondo della calzatura sportiva e outdoor, e lo spazio dedicato agli Emerging Designers. Si aggiunge, poi, The Garden, dedicato al rispetto per l’ambiente. Il salone, per questa edizione, ospiterà 1.205 espositori (628 italiani e 755 stranieri), e si attende un calo di circa il 5-7% dei visitatori, a causa dei disagi legati al Coronavirus in Cina.
Tra le altre novità di Micam, c’è li suo sbarco in America. Dal 17 al 19 agosto 2020, a Las Vegas, si terrà infatti la prima edizione di Micam Americas, manifestazione internazionale dedicata al mercato d’Oltreoceano. La nuova fiera, creata in partnership con Informa Markets, prenderà il posto di Fn Platform e si svolgerà in contemporanea con Magic e Project. Gli Usa, non a caso, rappresentano il quarto Paese per esportazioni in termini di valore, con 844,7 milioni di euro (+11,1%) nel periodo gennaio-ottobre 2019.
In occasione della conferenza di presentazione di Micam, tenutasi ieri, Assocalzaturifici ha reso noti i dati di preconsuntivo 2019 sull’industria calzaturiera italiana. Secondo la nota congiunturale elaborata dal centro studi di Confindustria Moda per Micam, infatti, per quanto riguarda i primi dieci mesi del 2019 (gennaio – ottobre), l’export si è attestato a quota 8,66 miliardi di euro (+7,1%) a fronte di un lieve calo della quantità che ha visto le calzature diminuire dello 0,9% a quota 174,82 milioni di paia. Il traino dell’export è dato soprattutto dalle griffe del lusso, tanto che il primo Paese per valore di esportazioni è la Svizzera (1,5 miliardi, + 26,8%) seguita dalla Francia (1,4 miliardi, +9,3%). Per quanto riguarda le stime per l’intero anno, il settore dovrebbe aver registrato un calo del 3,1% a livello di quantità di paia realizzate (178,6 milioni), a fronte però di aumento del valore dell’1,3% a 7,96 miliardi di euro, dato dalle dinamiche di prezzo. L’export, sulla base dei dati Istat disponibili, ha contribuito alla crescita registrando un +6,8% a livello di valore per 9,59 miliardi, contro un calo dell’1,6% a livello di volumi. A ciò si aggiunge la ripresa del ricorso (con riferimento all’aggregato più esteso delle imprese della filiera pelle) agli strumenti di integrazione salariale, con le ore di Cig autorizzate cresciute nel 2019 del +28%, con aumenti sia della componente ordinaria (+31%) che di quella straordinaria (+20%).
In ogni caso, il 2019 si è presentato come un anno in chiaroscuro per il settore, in quanto “siamo in una congiuntura internazionale complicata”, come spiegato a PambiancoTv da Siro Badon, presidente di Assocalzaturifici. “Anche senza Coronavirus, avevamo problematiche legate alla Brexit, ai dazi americani, alla frenata della Germania (-2,7% in valore e -9,3% in quantità, ndr) che per noi è il terzo mercato per esportazioni, alle problematiche legate alle sanzioni nei confronti della Russia e dei Paesi limitrofi. A tutto ciò si aggiunge il costante calo dei volumi interni”.
Per quanto riguarda il 2020, “le prospettive non sono rosee. Temiamo una contrazione nella produzione (la raccolta ordini nel primo trimestre non è andata molto bene) e temiamo che questo si ripercuota sui livelli occupazionali. E poi c’è il Coronavirus di cui non sappiamo ancora gli effetti”, ha concluso Badon.