Pitti Filati 86 ha chiuso con un’affluenza “in leggera crescita”, sia per l’Italia che per i mercati internazionali. A dirlo è la nota preliminare diffusa da Pitti Immagine, secondo cui, tra i compratori esteri (+3% e 1.800 presenze circa), le performance migliori sono quelle di Regno Unito, Germania, Russia, Stati Uniti, Giappone, Svizzera e Turchia.
Complessivamente, il salone si attesta a quota 4.400 compratori da oltre 50 Paesi esteri, contro i 4.300 dell’omologa di un anno fa.
Nella classifica dei primi 15 paesi esteri si conferma in testa il Regno Unito, seguito da Francia, Germania, Russia, Stati Uniti, Svizzera, Giappone, Turchia, Spagna, Cina, Olanda, Svezia, Belgio, Corea e Danimarca.
“I giudizi e i feedback che stiamo raccogliendo tra espositori e compratori sono tutti positivi – ha dichiarato Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine – descrivono un Pitti Filati in cui si è lavorato con grande dinamismo negli stand, per presentare e approfondire le nuove collezioni delle nostre aziende, ben 136 a questa edizione. In cui si è registrato un livello come sempre altissimo di ricerca e creatività, una grande consapevolezza delle esigenze del mercato e al tempo stesso dei processi produttivi più sostenibili, un ambito in cui le filature d’eccellenza sono da sempre pioniere. Certamente il settore non sta attraversando una fase brillante: ci sono incognite evidenti legate al reperimento della materia prima, criticità per l’export su alcuni mercati, ma la voglia di rispondere al meglio alle difficoltà dell’attuale congiuntura l’abbiamo vista chiaramente, in tutte le aziende partecipanti”.