La guerra dei dazi avrà un impatto negativo sule vendite di abbigliamento in America. A dirlo è un report di Mood’y, secondo cui le vendite del comparto fashion dovrebbero scendere fino al -5% negli Stati Uniti entro il 2020. “Le tariffe sulle importazioni cinesi influenzeranno il settore della vendita al dettaglio di abbigliamento e calzature del mercato statunitense nei prossimi 12-18 mesi”, ha spiegato l’agenzia di rating. A colpire aziende e consumatori saranno, inoltre, la Brexit e il rafforzamento del dollaro. Lo scorso settembre, gli Usa hanno imposto un dazio del 15% sulla maggior parte delle importazioni di articoli di abbigliamento arrivati dalla Cina.
Nelle scorse settimane, un’altra nota di Moody’s partiva dal fallimento di Barneys New York per riflettere su un fenomeno più ampio, quello dell’impasse del retail americano, che anche nel 2019 ha faticato a ritrovare la via della crescita. La società newyorkese ha tagliato l’outlook sulle vendite al dettaglio nel mercato a stelle e strisce, evidenziando il contrasto tra la ritrovata fiducia dei consumatori e le difficoltà dei negozi di abbigliamento e accessori, in primis dei department store, nel trarre frutti dai loro investimenti.
Moody’s Investors Service ha così abbassato il suo outlook sul retail Usa da “positivo” a “stabile”, con profitti operativi che a fine anno dovrebbero crescere del 2-3%, contro stime precedenti a +5-6%, mentre le vendite dovrebbero segnare al massino un +4,5% e non il +5,5% ipotizzato in precedenza. “Nell’ultimo anno – spiega la nota di Moody’s diffusa da Wwd – i retailer sono rimasti intrappolati nella lotta per guadagnare fette di mercato, continuando ad abbassare i prezzi e, nello stesso tempo, a investire per garantirsi una crescita futura. A questo si aggiunge l’aumento del costo del lavoro. Questi costi stanno generando una pressione sui margini delle aziende che potrebbero pesare sulla redditività complessiva”.