Sarà il segmento premium, indicato anche come “entry to luxury”, a trainare la crescita della moda e del lusso nei prossimi tre anni, andando così a confermare un trend visto già nel periodo 2016-2020. È ciò che emerge dalla nona edizione dello studio annuale The luxury and cosmetics financial factbook – Tailoring the luxury experience, realizzato da Ey, che analizza lo scenario del settore dei beni di lusso personali, a livello globale. Secondo lo studio, infatti, nel 2018 il settore del lusso e cosmetico ha raggiunto a livello globale un giro d’affari di 451 miliardi di euro e si prevede che continuerà a crescere ad un tasso del 5% annuo fino al 2022. In questo contesto, il segmento “più attraente” rimane il premium/entry to luxury, per il quale è attesa una crescita del 7,5% annuo nel triennio 2018-2022, a fronte di un “più moderato” +3% per quanto riguarda il lusso. Per quest’ultimo, “la sfida di oggi è la capacità di personalizzare l’esperienza come fosse cucita su misura, ovvero ‘Tailoring the luxury experience’ “, si legge nella nota diffusa da Ey. “I marchi che stanno vincendo la sfida conoscono il proprio cliente e i valori che cerca nel brand, nobilitano la funzione del merchandising, la comunicazione dei propri elementi distintivi e l’esperienza retail in tutti i touchpoint fisici e digitali, con un’impronta digitale forte e un’identità innovativa più vicina alla nuova generazione di consumatori del lusso”.
In questo senso, “il Retail fisico è e rimarrà strategico – ha spiegato Elena De Cò, associate partner, Head of Ey Strategy Fashion & Luxury -. Oggi il digitale influenza il 70% degli acquisti, ma il 90% delle transazioni avviene in negozio”. Pertanto, “il punto vendita tradizionale brick & mortar, che è in grado di trasmettere efficacemente tutti gli elementi esperienziali e valoriali della marca e del prodotto (ovvero l’identità, la reputazione, il purpose, la capacità di creare emozione), rimane quindi strategico, anche se deve essere profondamente rinnovato nella sua capacità di relazione con i consumatori finali”.