Non basta un trimestre sopra le stime a Under Armour che crolla in Borsa per l’avvio di indagini sulle sue prassi contabili. Nel terzo quarter dell’anno, il gruppo dello sportswear ha registrato ricavi per 1,43 miliardi di dollari (in linea con un anno prima a cambi costanti), leggermente meglio degli 1,41 miliardi previsti dal consensus Refinitiv. Nel periodo, l’utile netto è passato da 75,2 milioni di dollari a 102,3 milioni.
Per l’intero esercizio fiscale Under Armour ha stimato ricavi in crescita del 2% (contro stime precedenti tra il +3% e il +4%). I profitti dovrebbero collocarsi nella parte alta dell’intervallo inizialmente ipotizzato di 0,33-0,34 dollari per azione. Inoltre è prevista una minore spesa in conto capitale, che dovrebbe ammontare a 180 milioni di dollari, dai 210 milioni preventivati inizialmente.
Il titolo dell’azienda di Baltimora ha chiuso la seduta di ieri in picchiata di circa il 19 per cento. Sulla performance di Borsa pesa la conferma della notizia che la Sec e il Dipartimento di Giustizia USA hanno avviato un’indagine sulle procedure contabili del gruppo dal 2017 in avanti. Under Armour ha spiegato alla stampa internazionale che l’azienda collaborerà, convinta che le prassi e le informazioni divulgate sono appropriate.
La notizia arriva a pochi giorni di distanza dall’annuncio che Kevin Plank, fondatore e CEO di Under Armour, lascerà la carica di amministratore delegato del brand sportswear di Baltimora dopo oltre vent’anni, rimanendo in azienda in qualità di executive chairman e brand chief. A subentrare al suo posto sarà, dal 1 gennaio 2020, Patrik Frisk, presidente e chief operating officer del brand dal 2017.