La capitalizzazione di mercato di Lvmh ha superato il tetto dei 200 miliardi di euro nella giornata di ieri, data in cui le azioni del colosso guidato da Bernard Arnault hanno chiuso in progressione del 2,1% al valore record di 397,5 euro (il titolo è poi arrivato stamattina in apertura a 399). La capitalizzazione del gruppo del lusso si distacca da quella delle rivali Kering ed Hermès, il cui valore è, rispettivamente, di poco meno di 66 miliardi di euro e di 68,43 miliardi. Ancor più lontana la svizzera Richemont, controllante, tra gli altri, dei brand Cartier, Montablanc, Van Cleef & Arpels e Buccellati, la cui capitalizzazone di mercato è pari a 41,51 miliardi di franchi svizzeri (37,77 miliardi di euro).
Nei primi nove mesi dell’anno, Lvmh ha registrato ricavi in crescita del 16% (+11% a livello organico) a quota 38,4 miliardi di euro. Una performance sospinta da tutte le principali divisioni del gruppo, e soprattutto da quella dell’area fashion & leather goods (+22% a quota 15,9 miliardi di euro). A rassicurare gli analisti, riflette la stampa internazionale, è stata la capacità di Lvmh di resistere alle turbolenze di Hong Kong, mercato centrale per i player del lusso.
Negli scorsi giorni, il gigante parigino ha confermato di aver tenuto “discussioni preliminari” su una possibile transazione per rilevare Tiffany. A dare la notizia della possibile operazione era stato inizialmente il Wall Street Journal, parlando di un’offerta da 14,5 miliardi di dollari (circa 13 miliardi di euro) che valuta il player della gioielleria circa 120 dollari per azione.
La market capitalization di Lvmh ha superato, negli ultimi anni, quella di altri ‘pesi massimi’ dei listini francesi come L’Oréal (145,71 miliardi di euro), la compagnia petrolifera Total (131,32 miliardi), il gruppo farmaceutico Sanofi (103,38 miliardi) e Danone (50,37 miliardi).