La storia di Czapek & Cie, marchio di orologi con sede a Ginevra che ha da poco debuttato in Italia, è segnata da due epoche distinte.
Per conoscere la prima, occorre portare le lancette del tempo indietro di circa duecento anni, quando l’orologiaio polacco François Czapek (nato Franciszek), qualche anno dopo essere emigrato in Svizzera, fondò nel 1845 Patek, Czapek & Cie, insieme al socio Antoine Norbert de Patek. Dopo sei anni di sodalizio, durante i quali produssero iconici modelli, le strade dei due si separarono: Patek trovò in Adrien Philippe un nuovo partner e diede vita alla celebre insegna Patek Philippe & Co. Czapek si alleò con Juliusz Gruzewski e negli anni divenne tra i più noti e stimati orologiai del secolo, diventando fornitore della Corte imperiale di Napoleone III fino al 1869, anno in cui l’attività di Czapek si dissolse nel nulla.
Un ‘buco nero’ lungo quasi 150 anni che ha scandito il passaggio dalla prima alla seconda e attuale era del marchio, datata 2012. In quell’anno, gli imprenditori Xavier de Roquemaurel, Harry Guhl e l’orologiaio Sébastien Follonier ritrovano il tesoro nascosto del marchio fatto di immagini, riferimenti e pezzi storici, e decidono di donargli nuova vita. Il resto è (un’altra) storia: nel 2015 il lancio commerciale, avvenuto grazie a una campagna di equity crowdfunding (“arma segreta del business”), l’anno successivo il premio del pubblico al Grand Prix de l’Horlogerie di Ginevra, sino ad arrivare all’apertura della prima boutique monobrand, avvenuta nel gennaio 2019 a Ginevra, e all’esordio su suolo italiano dello scorso mese, presso la gioielleria Cristilli a Roma.
“Lavoriamo dal primo giorno immaginando François Czapek seduto al tavolo con noi – ha dichiarato a Pambianconews de Roquemaurel, co-fondatore e CEO del brand – e questo ci ha permesso di trarre il suo prezioso insegnamento per produrre orologi ispirati a pezzi iconici del passato, ma profondamente innovativi e proiettati nel futuro”.
Oggi Czapek conta 200 investitori di tutto il mondo (tra cui anche italiani) e un 2018 segnato dalla vendita di 130 orologi e da un fatturato di due milioni di franchi svizzeri (circa 2,2 milioni di euro), che ha portato al break even. “Il nostro business model incentrato sulla raccolta fondi – ha proseguito de Roquemaurel – ha creato una rete di soci che sono prima di tutto veri e propri ‘profeti’ appassionati al prodotto, di cui ne divulgano la storia e la bellezza”.
I 13 negozi multibrand in cui il marchio è presente, dislocati tra Usa e Giappone (mercati che fanno da traino all’attività) oltre che in Polonia, Repubblica Ceca, Inghilterra, Germania, Spagna, Messico e, da poco, Italia, si affiancano al club di collezionisti che porta gli orologi di Czapek anche a Dubai. “Non intendiamo sviluppare una rete retail particolarmente ampia: puntiamo a 25 negozi multibrand nel mondo e ad arruolare sempre più soci-profeti”, ha concluso il CEO.
Tra gli obiettivi per il 2020, portare a oltre 200 il numero di orologi venduti e registrare 3 milioni di franchi svizzeri di fatturato. Intanto, Czapek si prepara a lanciare il suo primo modello dotato di movimento realizzato in house, che verrà presentato a Baselworld 2020.