Milano XL si ferma a quota due. A una settimana dall’inizio della tornata settembrina della moda milanese, la terza edizione del progetto è scomparsa dai radar. E il silenzio radio era cominciato anche prima dei terremoti politici dell’estate, e di quelli che sembrano preannunciare profondi cambiamenti e spostamenti di budget tra i ministeri del Governo in arrivo.
Insomma, è rimasto al palo l’appuntamento frutto del Tavolo della Moda che ha raccolto negli ultimi due anni, sotto l’egida del Ministero dello Sviluppo Economico, i principali attori del macro sistema moda allargato, agendo da raccordo tra le sfilate donna, le fiere e gli eventi aperti al pubblico. Come viene approfondito nell’articolo sul numero in uscita di Pambianco Magazine, lo scoglio principale è stato il mancato impegno economico per la promozione dell’appuntamento, a carico del Governo (2,5 milioni di euro per ciascuna delle due scorse edizioni).
Prima dell’estate, contattata da Pambianconews, Cristina Tajani, assessore alle Politiche per il lavoro, attività produttive, commercio, moda e design, aveva spiegato: “Da parte dell’amministrazione c’è tutta la volontà di riproporlo, ma al momento non abbiamo avuto un feedback: al Tavolo della Moda la discussione è stata presentata, ma non ha avuto seguito”.
La crisi di Governo di agosto ha chiaramente moltiplicato le incertezze sulle linee guide del Tavolo della moda, istituito nel 2016 per volontà dell’allora sottosegretario allo Sviluppo economico Carlo Calenda.
E così, all’alba di un nuovo Governo e in assenza di direttive, il sistema prova a fare da sé. La fashion week ai blocchi di partenza ha istituito un tavolo di lavoro ad hoc, che ha stabilito un calendario della kermesse a rotazione. Medesima volontà di fare sistema anche per le fiere di settore (guidate, per quanto riguarda Mipel e Micam, da due nuovi presidenti, Franco Gabbrielli e Siro Badon). Senza istruzioni dall’alto, insomma, si cerca di fare al meglio.
Intanto, Il-Sole24Ore ieri ha lanciato la notizia secondo cui sarebbe pronto il progetto per trasferire competenze, risorse e personale dal Mise agli Esteri (ora guidato da Luigi Di Maio) sui temi di internazionalizzazione, promozione con l’Ice, accordi di libero scambio e difesa commerciale. Da una stima del quotidiano, si tratterebbe di 140 milioni di fondi straordinari del piano made in Italy, cui si aggiungono circa 18 milioni di fondi ordinari e 11 di campagna straordinaria di promozione. Ulteriori 50 milioni riguardano il piano export Sud che si avvale di fondi europei ed è gestito direttamente dall’Agenzia Ice per il commercio estero.
Il progetto è subordinato all’intesa politica finale e dai due ministeri potenzialmente coinvolti non sono arrivati commenti ufficiali.