Under Armour crolla in Borsa dopo aver tagliato le previsioni sui ricavi annuali in Nord America, il suo principale mercato. Il gruppo di Baltimora ha archiviato il secondo trimestre d’esercizio (chiuso il 30 giugno scorso) con ricavi per 1,2 miliardi di dollari (circa 1 miliardo di euro), in progressione dell’1 per cento. Tra le categorie di prodotto cresce il footwear (+5%), mentre l’apparel perde terreno (-1%) e gli accessori per lo sport registrano vendite flat. Nei tre mesi le perdite di Under Armour si sono assottigliate da 95,5 milioni a 17,3 milioni di dollari.
A determinare la sfiducia degli analisti è la performance di Under Armour nei diversi mercati, con il Nord America (il mercato domestico genera i due terzi del business di Under Armour) che perde 3 punti percentuali, contro il +12% messo a segno dal business internazionale (Emea +6%, Asia-Pacific +23%, America Latina -3 per cento).
In Nord America, Under Armour fatica a tenere il passo con i rivali Nike, Lululemon e Adidas, ed è stata costretta a implementare la politica di sconti promozioni per ridurre i livelli di inventario (le giacenze segnano un -26% nei tre mesi a 966 milioni di dollari), tattica che ha pesato sui profitti.
Nei prossimi mesi, la partita di Under Armour sarà il ritorno alla crescita in America, dove per il full year 2019 è atteso un “leggero calo delle vendite” (i ricavi globali del gruppo guidato da Kevin Plank dovrebbero crescere del 3-4%). La guidance precedente prevedeva, per il mercato domestico, ricavi sostanzialmente stabili.
Nella giornata di ieri il titolo di Under Armour ha chiuso in calo di oltre il 12%, toccando il minimo da ottobre 2017.