I brand hanno bisogno di una filiera tessile green. L’ultimo esempio è stato l’uomo ‘sostenibile a tutti i costi’. Il messaggio arrivato dalla moda maschile italiana, durante le ultime edizioni di Pitti Immagine e Milano Moda Uomo, è stato quello del posizionamento green obbligato: dalla presentazione di linee e capsule di prodotto dedicate, alla pubblicazione di bilanci di sostenibilità, fino a progetti di coinvolgimento del territorio. Insomma, approccio integrato o ‘scorciatoia’, l’importante è che sia green.
Ecco, dunque, la necessità di avere una filiera che garantisca questo posizionamento. E se il ‘valle’ chiama a raccolta il ‘monte’ sul tema della sostenibilità, il tessile italiano risponde all’appello portando in dote non solo assetti produttivi all’avanguardia sul fronte dei consumi energetici e di acqua, ma anche linee di prodotto specificatamente eco che trovano un riscontro positivo sia che si tratti di tessuti naturalmente green come le lane, sia che si parli di tessuti tecnici. L’attenzione alla sostenibilità si conferma essere, quindi, uno degli assi nella manica per il settore tessile italiano, e uno dei motivi che stanno spingendo le performance del comparto, come conferma l’analisi condotta da Pambianco Strategie di Impresa sui fatturati 2018 dei 15 principali gruppi italiani del segmento tessuti. Secondo lo studio, i ricavi dei 15 big hanno raggiunto 2,3 miliardi di euro, un valore in crescita del 4,5% rispetto al turnover generato l’anno precedente. Solo due sono stati i risultati in territorio negativo, dovuti, peraltro a questioni di riorganizzazione aziendale: Canepa che è recentemente stata riacquistata da Michele Canepa dal fondo gestito da Dea Capital Alternative Funds, e Gruppo Tessile Monti che ha salutato nel 2018 lo storico AD Luca Belenghi ed è tornata di nuovo sotto la guida della famiglia.
Non è dunque un caso che tutti o quasi i gruppi considerati nello studio vantino collezioni sostenibili, studiate per rispondere alle esigenze richieste dal mercato.
A cominciare dal leader Marzotto. “I costanti investimenti in ricerca ed innovazione ci hanno permesso di crescere e di affermare la leadership nel comparto”, ha commentato Giorgio Todesco, CEO di Marzotto Wool Manufacturing. Uno dei progetti di punta del gruppo è legato alla sostenibilità. “Una responsabilità quotidiana da cui è nata Organic, una collezione di tessuti organici in lana, lino e cotone certificati, lungo tutto il processo produttivo, con l’indicazione GOTS, principale standard per la produzione di prodotti tessili realizzati con fibre naturali da agricoltura biologica. Il progetto è stato recepito molto bene dal mercato. È stato importante riscontrare come molti clienti abbiano la nostra stessa sensibilità e attenzione alla sostenibilità”.
Un approfondimento sull’andamento del settore e sul fattore ‘sostenibilità’ è pubblicato sul numero di luglio-agosto di Pambianco Magazine.