Le regole sulla trasparenza delle società britanniche fanno i conti in tasca ai manager della moda. Nella giornata di ieri, con la pubblicazione dell’annual report 2018-2019 di Burberry, la società ha reso pubblici i compensi di Marco Gobbetti, CEO da luglio 2017, la cui remunerazione, nei 12 mesi al 31 marzo 2019 ha toccato i 3,96 milioni di sterline (circa 4,5 milioni di euro). Il totale tiene conto di 1,6 milioni di sterline di fixed pay (salario, benefit e pensione), 1,3 milioni di pound di bonus e 1 milione di sterline in long-term share awards. Ad oggi lo stipendio nel numero uno della maison britannica è pari a 127 volte lo stipendio di un dipendente medio (il rapporto sale a 170 se confrontato con la fascia di stipendi più bassa, e diventa 82 con la fascia retribuzioni più elevate).
Nell’esercizio 2018, Burberry ha registrato ricavi stabili a quota 2,72 miliardi di sterline, contro i 2,733 miliardi dell’anno precedente e in linea con le aspettative del mercato. L’utile si è invece attestato a quota 339 milioni, in crescita rispetto ai 294 milioni dell’anno precedente. L’aumento della redditività è stato legato soprattutto al minor peso dei costi di ristrutturazione del 2018 rispetto al 2017. In occasione della presentazione dei conti, la realtà inglese ha anche reso noto il buyback delle azioni per un valore di 150 milioni di sterline. La società, infine, ha confermato l’outlook per il 2020, che prevede ricavi e margine operativi stabili.
Il comitato esecutivo di Burberry ha considerato i bonus e il piano di azioni attribuiti a Gobbetti come “giusto riflesso dei risultati conseguiti durante l’anno”.