Nel 2018, sono stati investiti 518 milioni di euro nel settore immobiliare retail a Milano, pari al 60% di quanto investito in Italia, confermando così la città come capitale dello shopping e meta preferita per l’apertura di flagship store da parte di tutti i marchi più prestigiosi. È quanto emerge dal report “Milano Loves Shopping”, presentato in occasione di Mapic Italy in corso a Milano, da Jll, società che opera nei servizi immobiliari e nella gestione degli investimenti.
In particolare, negli ultimi 5 anni, circa 1,7 miliardi di euro sono stati investiti nel settore retail nelle zone centrali di Milano, pari al 92% degli investimenti totali fatti nella città. Il valore medio di una transazione è stato di 72,5 milioni di euro. Dal 2014 al 2018, il settore retail ha registrato, poi, un interessante cambio di trend sulle compravendite: i capitali di origine straniera sono infatti aumentati, superando quelli domestici.
Il report individua, nello specifico, 12 zone della città che risultano particolarmente attrattive e che concentrano 1.426 negozi e più di mille marche: sul podio il Quadrilatero della moda, l’area con il maggior numero di punti vendita (307) e vetrine (891), seguito da corso Venezia e San Babila, e dal Duomo e Vittorio Emanuele (al primo posto per presenza di pubblico, con 94.900 passaggi giornalieri in media) e Galleria. In crescita sono risultate anche le aree di corso Buenos Aires con 207 negozi e 288 vetrine, e di via Torino con 49.600 di visite medie giornaliere.
La maggioranza di marchi sono italiani, la presenza straniera si concentra in via Dante, via Torino e Porta Nuova. Vestiti e accessori rappresentano la più importante categoria in molti distretti, specialmente nel Quadrilatero della moda, con i suoi 231 fashion shop su un totale di 313.
“Il mercato – commenta Davide Dalmiglio, head of capital markets and retail group di Jll – rivela una presenza sempre maggiore di brand nazionali ed internazionali, che contribuiscono a rendere la piazza milanese molto dinamica. La richiesta di spazi è molto alta e si riflette nel numero di nuovi negozi che presto vedremo aprire al pubblico nel Quadrilatero della Moda”. “Anche lato allocazione di capitali – prosegue – stiamo assistendo ad un assalto di capitali internazionali e domestici, di vari origini e profili, che rende il settore high streets un mercato sempre più istituzionale e con ampi margini di crescita”.