Il numero di turisti cinesi che viaggeranno per il mondo nel 2019 registrerà un incremento rispetto al 2018, ma, complice l’allineamento dei prezzi tra l’Ex Celeste Impero e l’Occidente, lo shopping all’estero dovrebbe registrare una crescita più lenta. A dirlo sono le stime della consultancy internazionale China Luxury Advisors (Cla), riportate da Jing Daily, secondo cui i prezzi globali si allineeranno ulteriormente, e il divario tra il costo dei beni di lusso in Cina e in altri Paesi continuerà a ridursi.
“Questa tendenza – si legge su Jing Daily – si è già consolidata negli ultimi due anni e ci aspettiamo che le differenze di prezzo continuino a scendere, visto che brand leader del settore come Chanel e Burberry hanno già avviato il taglio dei prezzi nel Gigante Asiatico, dettando, in un certo senso, agli altri marchi il percorso da seguire”.
A incidere sullo shopping all’estero saranno, ovviamente, anche la stretta del governo cinese sul fenomeno Daigou (l’acquisto di beni di lusso all’estero e la successiva rivendita in patria favorisce infatti l’evasione fiscale e la contraffazione) e la ‘guerra dei dazi’ tra Cina e Stati Uniti.
“Con meno del 10% di cittadini cinesi che oggi possiedono un passaporto, una cosa è certa: la spesa dei turisti cinesi all’estero è destinata a crescere nel lungo termine”. Il balzo però sarà più netto per lo shopping nel mercato domestico, dove la progressione è stata superiore al 20% negli ultimi due anni. “L’impulso per l’acquisto all’estero – conclude Jing Daily – è in costante cambiamento, e richiede a marchi e rivenditori di innovare e ottimizzare le loro offerte per mantenere una quota di mercato”. Con i prezzi livellati, potrebbe rivelarsi vincente differenziare l’offerta, legando la crescita dello shopping internazionale alla possibilità di trovare alcuni articoli solo in determinati Paesi.