Riassetto in corso per la cassaforte della famiglia Versace in vista del closing dell’operazione che porterà al passaggio della maison della Medusa al gruppo Michael Kors e alla nascita ufficiale di Capri Holdings. A riferire dei cambiamenti in atto è L’Economia del Corriere della Sera: “Perno della risistemazione – si legge sul quotidiano -, la cassaforte Givi holding che controllava, oltre alla griffe del lusso, anche la Verim, forziere delle attività immobiliari della dinastia. Primo passo, la scissione parziale proporzionale di Givi holding, spacchettata proprio per rendere possibile la vendita della partecipazione dell’8o% della Gianni Versace (il 20% faceva capo al fondo statunitense Blackstone). È così nata la Verim, il nuovo scrigno dei Versace: Allegra ha il 50% del capitale, Santo è azionista al 3o% e Donatella possiede una quota del 20 per cento”. Il nuovo assetto, continua L’Economia, potrebbe favorire ulteriori evoluzioni e portare all’uscita di Santo Versace.
Quanto alla liquidità del gruppo, “prima di passare sotto le insegne statunitensi, la Gianni Versace aveva distribuito alla Givi 90 milioni, di questi l’8o% (pari a 72 milioni) è andato ai soci familiari. Una cifra servita a estinguere posizioni debitorie nei confronti di Goldman Sachs e a pagare imposte”. Nella nuova cassaforte Verim sono quindi confluite disponibilità liquide per 21,7 milioni, l’immobile in viale Majno a Milano, le opere d’arte e gli elementi di arredo che prima appartenevano direttamente alla capogruppo della moda, Gianni Versace.
Agli inizi di novembre, contestualmente alla pubblicazione dei risultati del secondo trimestre d’esercizio di Michael Kors, il presidente e AD del gruppo a stelle e strisce John D. Idol ha diffuso stime ottimistiche per Versace, con una crescita dei ricavi dai 775 milioni di dollari previsti per il 2018 a 850 milioni nel 2019. Le vendite dovrebbero poi salire a 1,2 miliardi nel 2022 (+50% nell’arco di quattro anni) e, nel lungo periodo, a 2 miliardi.