Il primo approccio di Aston Martin ai listini è in salita. Si è infatti rivelato un flop il primo test alla Borsa di Londra, dove il titolo ieri è arrivato a perdere fino al 7,5% dopo che la casa automobilistica aveva fissato il pricing per l’Ipo a 19 sterline per azione, valorizzando il gruppo britannico 4,33 miliardi di sterline (4,86 miliardi di euro). Una valutazione giudicata troppo elevata dagli investitori, considerato che si attesta sugli stessi livelli di un concorrente di ben altre dimensioni e utili come Ferrari.
Stando ai dati di Bloomberg, infatti, la valutazione dell’Ipo di Aston Martin corrisponde a 20,7 volte i profitti del primo semestre, quasi quanto quella di Ferrari che è 21 volte l’utile del 2018 previsto dalla rossa di Maranello. Per il titolo del brand diventato famoso grazie a James Bond, quello di ieri è stato il primo test sull’Lse e che prevede per le neo-quotate scambi solo per un periodo limitato, in vista dello sbarco vero e proprio programmato per l’8 di ottobre.
Tra i maggiori azionisti della casa automobilistica britannica ci sono il fondo Investindustrial di Andrea Bonomi (con una quota del 37,5% che con il pricing di ieri vale quasi 1,6 miliardi di sterline, ossia oltre dieci volte quanto pagato sei anni fa, al momento dell’ingresso), gli investitori di Tejara Capital accanto ai kuwaitiani Adeem Investments, Primewagon e la casa tedesca Daimler, che non pare però intenzionata a cedere la propria quota del 5 per cento.
L’amministratore delegato Andy Palmer ha definito la quotazione come una pietra miliare per la società e si è impegnato a garantire strategie di crescita. “Ci abbiamo messo 105 anni per arrivare a un’Ipo – ha dichiarato – non ci andiamo a preoccupare molto di come vanno le azioni nella fase iniziale e come sempre guarderemo al lungo termine”.