L’e-commerce abbatte un’altra frontiera e guadagna la fiducia dell’hard luxury. Lo confermano gli e-talier di lusso con i nuovi hub per gioielli e orologi, ma anche le strategie di Richemont, oggi controllante di Watchfinder e Ynap.
Proprio il gruppo guidato da Federico Marchetti, lo scorso aprile, ha lanciato la sua prima destinazione online dedicata all’alta gioielleria e orologeria di lusso “rivolta – spiegava la stessa azienda al momento del lancio – ad una clientela in forte aumento”. Il nuovo e-shop è situato all’interno dello store di Net-a-porter e include brand come Piaget, Cartier (nel 2017 la maison aveva già scelto Net-a-porter come primo partner online per vendere la celebre linea di orologi Phanthère), Pomellato, Tiffany e Buccellati, nonché, riportava sempre il comunicato del gruppo dell’e-commerce, “una selezione di preziosi del valore di oltre 100mila euro”. L’hard luxury è un fattore chiave all’interno del piano quinquennale di Ynap e beneficia già del legame tra il gruppo dell’e-commerce e il colosso svizzero Richemont. “Gioielleria e orologeria d’alta gamma – ha dichiarato Marchetti, AD di Ynap – sono il perfetto complemento all’alta moda e ci aspettiamo che tale segmento rappresenti un’opportunità per Ynap e che possa raggiungere i 100 milioni di euro di vendite entro il 2020”. La risposta di Farfetch non si è fatta attendere: a maggio il portale fondato da José Neves ha infatti inaugurato un’area dedicata alla fine jewelry e all’orologeria, forte di partnership con brand come De Beers, Chopard, Tag Heuer e Tiffany. Dal canto suo, anche Moda Operandi, e-tailer di lusso che fornisce ai consumatori un accesso alle collezioni direttamente dalle sfilate, starebbe rafforzando la sua offerta di alta gamma con sezioni online e appuntamenti in showroom dedicati ai preziosi. Se la fine jewelry ha completamente sdoganato il web come canale di vendita, l’orologeria tradizionale vi si avvicina gradualmente grazie al secondo polso. I segnali d’apertura arrivano infatti dal mercato del collezionismo e dalla digitalizzazione dei servizi delle boutique. A cavalcare l’onda, in questo caso, sono portali specializzati nella compravendita di modelli usati e le principali case d’aste, supportate da cataloghi virtuali in alta definizione. “Se un tempo gli appassionati di orologi setacciavano gioiellerie, negozi di antiquariato e mercatini delle pulci, diffidando di siti dove era difficile verificare la provenienza della merce, oggi l’e-commerce è sempre più centrale”, spiega il Financial Times, che cita esempi di successo come i portali Watchmaster e Watchfinder. Quest’ultimo, sito inglese attivo dal 2002 che oggi conta circa 200 dipendenti, è stato acquisito da Richemont lo scorso giugno, confermando un cambio di passo da parte dei brand del lusso, che non vogliono cedere ulteriore terreno ai rivenditori terzi. In tema di secondo polso e di verifica della proveninza della merce, è infine degli inzi di settembre l’annuncio di eBay, che ha esteso i suoi servizi di autenticazione anche alla categoria orologi di lusso (i prezzi dei segnatempo su eBay vanno da 500 a oltre 50mila dollari, ndr), offrendo ai consumatori migliaia di orologi di fascia alta, valutati da autenticatori professionisti.