In tempi in cui le svolte fur-free si susseguono repentine, Cesare Gavazzi, AD di Fureco, azienda brianzola specializzata nella produzione di pellicce, tiene a precisare il proprio punto di vista. “Se alcuni gruppi di animalisti si muovono come corazzate, noi preferiamo invece informare i consumatori”, dichiara a Pambianconews il manager, membro del consiglio di amministrazione dell’Associazione Italiana Pellicceria e vice presidente di Mifur. “Entro il 2019 tutta la catena di produzione sarà tracciabile scientificamente per dare tranquillità al consumatore finale che, sempre più spesso, viene circondato da fake news. Con il supporto di International Fur Federation ci stiamo profondendo per veicolare attraverso i media messaggi di etica e sostenibilità del prodotto”, spiega l’AD durante la presentazione delle collezioni A/I 2018-19 dei brand di proprietà Fabio Gavazzi e Mavina.
La storia di Fureco inizia negli anni 20 all’interno del negozio di articoli di pelletteria aperto da Cesare Gavazzi, nonno dell’omonimo nipote, in piazza Roma a Seregno. Grazie al dinamismo imprenditoriale del fondatore, oggi i nipoti gestiscono un’azienda da 20 milioni di euro di fatturato (dati 2017). Oltre a Cesare, Fureco si avvale dell’apporto di Fabio Gavazzi, direttore creativo, e Alberto Gavazzi, direttore commerciale e responsabile dei rapporti con i grandi brand della moda nonché rappresentante per l’Italia nell’Iff. Fureco vanta rapporti di collaborazione con griffe del calibro di Fendi, Prada, Ermanno Scervino, Fabiana Filippi e Kiton.
Per quanto concerne il marchio Fabio Gavazzi, l’85% delle vendite deriva dall’estero; il brand riscuote successo nei Paesi dell’ex Unione Sovietica, in primis Russia e Ucraina. Molto bene anche il rapporto con la Corea del Sud: “Il prossimo mese presenteremo a Seul una capsule speciale che accosta capi in tessuto alla pelliccia”, dichiara il direttore creativo del marchio. “In Europa in brand si distingue in Inghilterra, Francia, Spagna e Austria. Importante, ma al tempo stesso imprevedibile, il mercato cinese, a causa di fiscalità e ritorno di dazi”, illustra l’AD. Per Mavina la distribuzione si capovolge, l’Italia rappresenta il 60% del mercato del marchio pensato per un target più giovane ed è presente in circa 75 boutique nostrane tra cui Giò Moretti, Sugar e Gente.
La collezione A/I 2018-19 di Fabio Gavazzi mette in primo piano comfort e colore. Silhouette a clessidra enfatizzano spalle e punto vita; i cappotti in visone sono over e destrutturati. Alla pelliccia si accostano dettagli in piumino, maxi zip e stripes catarifrangenti. Tra le tonalità più vivaci spiccano il verde smeraldo e il giallo fluo. In alcuni casi sono stati utilizzati anche tessuti recuperati dall’archivio storico a cui è stata ridata nuova vita.