Nyon, La Chaux-de-Fonds, Le Locle. Viaggio in queste cittadine svizzere, alla scoperta dei segreti delle manifatture orologiere di Lvmh.
La prima manifattura visitata da Pambianco Magazine, in una preview delle Journées Particulières 2018 di Lvmh, è quella di Hublot, a Nyon, dove ogni anno vengono prodotti circa 65mila orologi e dove a restare impressi sono soprattutto i laboratori dedicati alla ricerca e allo sviluppo dei materiali. Qui, nel 2012, ha visto la luce il Magic Gold, il primo oro inscalfibile, il più duro al mondo, sviluppato e brevettato da Hublot con l’École polytechnique fédérale di Losanna. A Hublot fa inoltre capo la prima ceramica di colore acceso applicata agli orologi, la Red Ceramic. A circa 100 chilometri di distanza, i watchmaker della manifattura di Tag Heuer a La Chaux-de-Fonds assemblano ruote e ingranaggi difficilmente visibili a occhio nudo. Il brand fondato nel 1860 è il primo, tra i marchi di orologi di Lvmh, ad aver sviluppato dei modelli connected, eppure sono i cronografi tradizionali a guidare l’evoluzione tecnica dell’azienda. In Svizzera, Tag Heuer produce 800mila segnatempo l’anno. I diversi prototipi vengono sottoposti, in un’area tra le più affascinanti della manifattura, a test di resistenza che hanno cementato il legame tra Tag Heuer e il mondo dello sport: resistenza all’acqua, all’aria, monitoraggio del tempo e riserva di carica. Dal 2016 la manifattura ospita al suo interno l’École d’Horlogerie di Lvmh, che forma watchmakers per la divisione orologi delle maison del gruppo. “Questa professione – hanno spiegato da Tag Heuer – attira sempre di più i giovani, affascinati dalle tecniche e animati da grande rispetto per le tradizioni dell’orologeria”. Ed è di tradizione, soprattutto, che è permeata la mainfattura di Zentih a Le Locle. Dal 1865, in laboratori dipinti di bianco, gli occhi degli orologiai sono fissi sulla successione di minuscole operazioni, che portano allo sviluppo di movimenti e complicazioni, in un rito di regolazioni e controlli continui. Qui, nel 1969, ha debuttato il movimento Zenith El Primero, primo calibro cronografico automatico integrato della storia. E la sua storia si sarebbe forse interrotta con gli orologi al quarzo, se un tecnico orologiaio dell’azienda, Charles Vermot, non avesse segretamente avviato la catalogazione e conservazione dei progetti utili per la sua costruzione in una soffitta. Che, oggi, è il museo, visitabile, dell’anima di Zenith.
di Giulia Sciola