Chanel ci mette 108 anni per svelare i propri conti. E dal bilancio emerge un dato che evidenzia la potenza di fuoco impiegata nel posizionamento della griffe. Il gruppo francese, già a pagina 3 del documento, rivela di aver investito, nel 2017, la cifra monstre di “1,457 di dollari (1,272 miliardi di euro) in brand advertising, promotion and demonstration activities”. Si tratta di circa il 15% del fatturato, pari, lo scorso anno, a 9,62 miliardi di dollari.
Non è chiaro, anche scorrendo il bilancio, cosa comprendano esattamente le voci “promotion and demonstration”. Di conseguenza, è complesso fare un confronto esatto con altre griffe. Tuttavia, la cifra investita in comunicazione e pubblicità pare comunque al di sopra della media.
Hermès, per esempio, parla di “Sales, marketing and administrative expenses” per 1,656 miliardi di euro, che sono quasi il 30 per cento. Ma dentro c’è di tutto, mentre le spese di comunicazione sono ‘ferme’ a 275 milioni.
Più attendibile il confronto guardando a Piazza Affari. Qui, Ferragamo denuncia sul 2017 “costi di comunicazione e marketing” pari a 70 milioni, equivalenti al 5,1% dei ricavi. Situazione simile per Brunello Cucinelli, per cui le “spese per pubblicità ed altre spese commerciali”, arrivano a 28,6 milioni con un’incidenza percentuale rispetto ai ricavi pari al 5,7 per cento.