Inditex si prepara a snellire il network retail, in vista del riposizionamento online, cercando un acquirente per 16 punti vendita tra Spagna Portogallo. L’indicazione è stata rilanciata da Bloomberg in occasione del bilancio trimestrale (in linea con le attese). Nei primi nove mesi d’esercizio il colosso fondato da Amancio Ortega, controllante delle insegne Zara, Bershka, Massimo Dutti, Pull&Bear, Stradivarius, Oysho e Zara Home, ha registrato vendite per 17,9 miliardi di euro, in crescita del 10%, e utili in progressione da 2,2 a 2,3 miliardi. Nel solo terzo trimestre, i ricavi hanno toccato quota 6,292 miliardi di euro, in linea con i 6,290 miliardi attesi dal consensus Thomson Reuters, mentre i profitti hanno segnato un +2,7% a 975 milioni. In mattinata le azioni di Inditex guadagnavano oltre il 3% alla Borsa di Madrid.
A emergere, parallelamente ai risultati positivi, è la raggiunta saturazione nel livello di esposizione brick and mortar del gruppo del fast fashion che, secondo quanto riferito da Bloomberg, sarebbe alla ricerca di un acquirente per 16 vetrine Zara sul mercato iberico (14 store in Spagna, 2 in Portogallo). A motivare la strategia, sarebbe il crescente potenziale delle vendite online in Spagna. “Anche se oggi la penetrazione dell’e-commerce in Spagna è limitata (si parla di un 3%, contro l’8% del resto dell’Europa e il 15% del Regno Unito, ndr), le vendite online dovrebbero registrare una crescita significativa nei prossimi anni, riflesso di un cambiamento nelle abitudini di acquisto”, ha spiegato a Bloomberg Andrew Allen, analista di Aberdeen Standard Investments. Entro il 2021 le vendite via Internet in Spagna dovrebbero infatti arrivare al 18% delle vendite retail, contro un 12% medio dell’Europa.
Il gruppo sta ampliando, del resto, la sua presenza sul web a livello globale: nei primi nove mesi 2017, la presenza online di Zara è salita a 45 destinazioni con il lancio di zara.com in India, mentre lo youngwear di Bershka ha raggiunto per la prima volta (online) gli Stati Uniti.
Sul fronte del retail fisico, al 31 ottobre scorso, gli store del gruppo Inditex nel mondo erano 7.504, in aumento rispetto ai 7.240 dello stesso periodo del 2016. All’incremento del numero dei punti vendita attivi corrisponde tuttavia un rallentamento nel tasso di aperture, che nei nove mesi sono state 212, contro le 227 del corrispondente periodo di un anno fa.
Per Inditex il calo di tagli del nastro è una realtà certificata da circa tre anni. Se nel 2013, infatti, erano previste 450-500 aperture lorde e 80-100 chiusure, il 2014 riferisce di 343 opening netti. Stesso discorso per il 2015, in cui ai 420-480 opening lordi e le 80-100 chiusure stimate l’anno prima sono corrisposti 330 tagli del nastro netti. E per il 2016: le aperture nette sono state 279, da una previsione di 400-460 opening e 100-120 chiusure dall’anno precedente.
Il rallentamento delle aperture nel 2017 riguarda tutte le controllate del colosso guidato da Pablo Isla, ad eccezione di Zara (2.127 punti vendita nel mondo), che ha inaugurato 60 nuovi flagship, contro i 49 del 2016.