Cadono le barriere europee per lo shopping online. La Commissione europea, l’Europarlamento e il Consiglio d’Europa hanno infatti raggiunto un accordo per mettere fine al cosiddetto geoblocking, il blocco geografico che impedisce alcuni acquisti in base alla localizzazione dell’utente. L’abolizione della discriminazione dell’accesso in base alla collocazione dell’utente è uno degli obiettivi del mercato unico digitale dell’Unione Europea. “Dall’anno prossimo – si legge su Wired.it – un cliente italiano potrà acquistare un frigorifero in Germania se reputa l’offerta più conveniente, trasporto incluso. Oppure potrà acquistare direttamente sul sito originale del museo o del teatro i biglietti di una mostra o di uno spettacolo, senza essere reindirizzati su un portale registrato in Italia”. Non rientrano tuttavia nell’accordo i prodotti audiovideo (musica, film, serie tv, ebooks,…), per i quali vince la tutela del diritto d’autore territoriale: per intenderci, non sarà possibile acquistare canzoni su iTunes da un Paese diverso dal proprio, né abbonarsi dalla Francia a Netflix Italia.
La caduta del geoblocking, infine, porta con sé dubbi su distorsioni fiscali della concorrenza tra piattaforme: “L’Iva – spiega sempre Wired – incide sul prezzo di un prodotto, e Paesi come il Lussemburgo o Malta, che hanno rispettivamente un’aliquota del 15% e del 18%, inferiore alla media comunitaria, potrebbero avvantaggiarsi nelle offerte ai consumatori. A risentirne sarebbero le piccole e medie imprese, che, dati Ue, sono il 98,6% delle società attive nel vecchio continente e generano il 50,9% del valore”.