Nel mondo del childrenswear made in Italy arriva N°21 Kids, marchio presentato a Pitti. “Una collezione voluta da clienti, amici e negozi”, racconta lo stilista.
N°21, brand creato e diretto da Alessandro dell’Acqua, amplia il suo orizzonte inaugurando la linea childrenswear N°21 Kids prodotta e distribuita da Grant Spa attraverso un accordo di licenza pluriennale. La notizia si è immediatamente diffusa perché, se gli universi uomo e donna si arricchiscono costantemente di nuovi marchi, il settore bambino è meno propenso alle novità. Lanciata a Milano la sua linea omonima nel 1996, dell’Acqua ha saputo conquistarsi le lodi della stampa e l’apprezzamento dei buyer. Nel suo curriculum spiccano, inoltre, nomi importanti come La Perla, Brioni e Malo di cui è stato direttore artistico. Dal 2010, lo stilista ha scelto di concentrarsi su N°21, inizialmente nato come brand femminile, cui nel 2014 si è affiancata la linea maschile presentata durante Pitti Uomo. Oggi il designer partenopeo è anche responsabile creativo della storica maison francese Rochas. E torna nel capoluogo toscano per lanciare la sua prima collezione pensata per i piccoli clienti, dai 4 ai 12 anni, durante Pitti Bimbo, linea che ha già siglato una licenza per le calzature con Montelpare. Dell’Acqua, classe 1962, racconta a Pambianco Magazine come sta affrontando questa avventura, esprimendo l’abituale entusiasmo verso i cambiamenti professionali.
Com’è nata l’idea del childrenswear?
La collezione N°21 Kids è nata dalle tante richieste ricevute da clienti, amici e negozi fidati e, in più, come ulteriore sfida di allargare il mondo N°21.
Cosa cambia nel disegnare una collezione childrenswear rispetto all’adulto?
I bambini devono sentirsi estremamente liberi in ciò che indossano. Non bisogna mai dimenticare l’esigenza di comfort e l’elemento del colore. Com’è nata la partnership con Grant? Grant è un’azienda che ha una lunghissima esperienza nel childrenswear. Con il team condivido il continuo desiderio di innovare attraverso nuove tecniche e nuovi modi di dar forma e mixare tessuti diversi.
Come e dove verrà distribuita la collezione?
La distribuzione sarà worldwide, sia canale retail diretto sia multibrand specializzati. Puntiamo in particolare su Italia, Giappone, Corea, Russia e Medio Oriente
La collezione viene influenzata dalla linea stilistica dell’adulto o ne segue una a sé?
Il punto di partenza per me è stato l’utilizzo di forme e materiali già presenti nelle collezioni donna e uomo. La combinazione inaspettata di tessuti, il mix di guardaroba maschile e femminile, e la ricerca dei materiali, che rappresentano la firma di N°21, si ritrovano anche nella collezione bambino.
Come descriverebbe il bambino di N°21?
Sono bambini che esprimono la loro personalità anche attraverso ciò che indossano. Per questo ogni capo è caratterizzato da elementi che permettono loro di distinguersi.
Quanti e quali capi comprenderà? C’è stato una particolare fonte di ispirazione?
La collezione bimba è composta di 60 pezzi, la collezione bimbo da 30. Per me è importante creare un dialogo tra le collezioni uomo, donna e bambino: i tratti caratterizzanti del brand devono ritrovarsi in tutte le collezioni. Tra i tessuti spiccano sicuramente il mohair grattato, lo jacquard animalier, l’eco montone, il cady stampato. Tra i pezzi chiave la felpa con logo N°21 sia per lui che per lei.
Che tipo di bambino era Alessandro dell’Acqua?
Sono nato e cresciuto a Napoli in una famiglia di tante donne. Ero un bambino molto timido, non amavo giocare a calcio e per questo a volte mi sentivo escluso. Passavo molto tempo davanti alla tv: il mio sogno era diventare un attore, ma ero troppo timido e la scuola di cinema era troppo costosa. Quasi ogni giorno mio nonno mi portava al cinema. Ancora oggi è la mia grande passione. Erano gli anni del cinema neorealista italiano che ancora oggi ispira le mie collezioni.
Quali look sfoggiava il piccolo Alessandro?
Preferivo uno stile casual, i capi classici di un guardaroba maschile: una felpa, un jeans e un montgomery.
di Marco Caruccio