Expo non ha fatto da effetto volano alle vendite del lusso a Milano. Questa l’indicazione fornita da Sara Bernabè, country manager di Premier Tax Free, nel corso del suo intervento di venerdì scorso al ventesimo Convegno Pambianco, organizzato quest’anno con Deutsche Bank. “Gli shopper internazionali, anche se abbienti, fanno acquisti quando e dove gli conviene. Neanche eventi eccellenti, come l’Expo a Milano, riescono a influenzare in modo incisivo il loro comportamento”, ha spiegato Bernabé.
Tempo di bilanci, insomma, per una manifestazione le cui aspettative erano molto alte, ma che ha dimostrato di impattare soltanto su alcuni settori, primo fra tutti il turismo, e in misura decisamente minore sugli altri. Una conferma di quanto emerso nell’ultimo articolo apparso su Pambianco Magazine, “Expo, ma non per tutti”, in cui gli operatori di moda e lusso si confrontano sugli effetti dell’Esposizione sui due comparti. Da una parte Renato Borghi di Federazione Moda Italia, che vede “un effetto Expo anche se a macchia di leopardo”. Dall’altra Guglielmo Miani dell’Associazione di via Montenapoleone, che si dice soddisfatto e attribuisce la crescita a doppia cifra delle vendite nel Quadrilatero “all’aumento di turisti cinesi in Italia”. Anche se, dati alla mano, l’aumento dei clienti cinesi a Milano, come ammesso dallo stesso Miani, “non è avvenuto da maggio, ma dall’inizio di quest’anno”. Come a dire, anche se non ci fosse stato Expo, probabilmente i turisti sarebbero volati in Italia ugualmente.