Complice la scadenza di Expo, Milano ha registrato un exploit di nuove strutture, e ha incrementato la propria capacità di attrazione. Non più solo per lo shopping.
Milano non è mai stata tanto sotto i riflettori. Complice Expo, la città è tornata in copertina sulla stampa nazionale e internazionale e in vetta alle classifiche del turismo leisure e business. E l’offerta in termini di lifestyle e cultura – con il proliferare di ristoranti, alberghi e musei – non è mai stata così vasta. La connessione tra causa ed effetto, in questo caso, non è ben chiara: è cresciuta l’attenzione nei confronti della città perché è stata la città stessa a sapersi rilanciare oppure il rinnovato richiamo ha fatto sì che istituzioni e privati lavorassero a nuovi progetti? Qualsiasi sia stata la ragione dietro alla rinascita milanese, a beneficiarne sono stati non soltanto i cittadini e i visitatori (circa sei milioni l’anno, secondo il Comune), ma anche e soprattutto il cosiddetto settore terziario. L’offerta alberghiera in città si è arricchita, soltanto nell’ultimo periodo, di svariate nuove strutture: dal Mandarin, inaugurato proprio di recente, allo storico Hotel Gallia, ritornato prepotentemente agli antichi fasti dopo una ristrutturazione milionaria, passando per il taglio del nastro a Brera del W, previsto durante il primo trimestre del 2017. Anche i numeri, rilevati dalla Camera di Commercio di Milano, segnalano il momento positivo: il segmento di offerta dell’hotellerie di fascia alta ha fatto registrare, nel periodo compreso tra gennaio e marzo 2015, un tasso di occupazione camere del 61,6 per cento. E se la tariffa media a notte è stata di 357 euro, il RevPAR (il fatturato generato per camera disponibile) si è attestato a 220 euro.
La gara tra le strutture alberghiere di lusso si è fatta via via più competitiva, portando con sé una parallela crescita in termini di servizi personalizzati e differenziati. Impossibile gareggiare senza offerte complementari come la spa o il ristorante. Soltanto per fare un esempio, l’Excelsior Gallia ha riaperto presentando la sua Shiseido Spa, l’area benessere più grande tra gli hotel milanesi, e il ristorante gestito dagli chef tre stelle Michelin, i fratelli Cerea. I direttori degli hotel di lusso milanesi sembrano essere tutti d’accordo: il momento è favorevole e l’arrivo in città di diversi player è da considerarsi come un fattore positivo. Più competitor ci sono, più Milano viene riconosciuta come una destinazione importante. E non è un caso se una ricerca condotta lo scorso aprile da Pambianco Strategie di Impresa per Sea rivela che Milano è, a sorpresa, la meta preferita dallo shopping mondiale di alto di gamma. Nonostante la città attiri una piccola fetta di turismo (sei milioni contro i 15 di Parigi o i 17 di Londra), questi sei milioni vantano un record di spesa. Lo scontrino medio di ogni turista che arriva a Milano raggiunge i 1.398 euro contro i 1.241 della capitale francese o dei 1.240 di quella inglese. Uno scontrino ‘d’oro’ che fa emergere da solo il turismo di alto livello che caratterizza la città. Nello specifico sono via Montenapoleone, via Spiga e l’hub di Malpensa con la sua nuova galleria commerciale le location con l’acquisto medio più alto: tra i top spender maggiormente ricorrenti i viaggiatori dalla Cina, Russia e Hong Kong.
Il Quadrilatero, insieme alle vie limitrofe e a corso Vittorio Emanuele, rappresenta il centro commerciale a cielo aperto più grande del mondo: si stima un fatturato di circa 3 miliardi di euro annui grazie alla presenza, al suo interno, di gran parte dei brand del lusso a livello mondiale. E non è un caso se Prada ha scelto proprio via Montenapoleone per l’apertura della pasticceria Marchesi, di cui ha rilevato le quote di maggioranza lo scorso marzo. Il nuovo punto vendita del locale che ha fatto la storia di Milano, aperto a inizio settembre, ha preso casa proprio davanti a Cova, un altro simbolo della pasticceria milanese, divenuto, nel frattempo, di proprietà di Lvmh. Insomma, la ‘piccola mela lombarda’ sembra non avere nulla da invidiare alla Grande mela d’Oltreoceano. Secondo i turisti, Milano offre moderni mezzi di trasporto ben organizzati e ha un calendario di eventi molto ricco che si somma ai monumenti storici e all’offerta enogastronomica di livello. Tutte caratteristiche che fanno di Milano una città da vivere più che da visitare. E adesso che anche lo skyline è cambiato, Milano sembra un’altra città: più internazionale e più vicina alle ambizioni di ogni metropoli in termini di offerta. La Madonnina, insomma, si reinventa, con la promessa di mantenere la stessa carica anche una volta esaurita la spinta dell’Esposizione Universale, di cui tra un mese esatto si avranno i primi dati di chiusura.
di Caterina Zanzi