Le riviste di moda americane perdono pagine di pubblicità. I numeri di settembre, cartina di tornasole degli introiti commerciali nonché pubblicazione più voluminosa dell’anno, riportano un calo degli inserzionisti che conferma il trend negativo già parzialmente presente dodici mesi fa. Sebbene le case editrici Condé Nast, Hearst e Time Inc. abbiano rifiutato di comunicare i dati ufficiali, il sito web Fashionista.com ha conteggiato una diminuzione degli advertising (numero di pagine) per le testate Vogue, Harper’s Bazaar, Marie Claire, InStyle, W, Teen Vogue, Vanity Fair, Cosmopolitan, Elle.
Glamour, T (New York Times) e Wsj (Wall Street Journal) tra le poche in controtendenza con lievi incrementi di foliazione pubblicitaria.
Al contrario il sito eMarketer.com, in base ai dati riportati da Italia Oggi, prevede un incremento delle inserzioni pubblicitarie legate al mobile internet che negli Stati Uniti stanno già superando il budget per la connessione da rete fissa: entro dicembre 2015, grazie alla crescente diffusione di tablet e smartphone, sarà pari al 51,9 per cento.
Qualche problema emerge poi dalle alleanze tra i big editoriali e dell’online. La partnership tra Vogue e Amazon per la vendita on line del celebre The September Issue sembra aver deluso alcune acquirenti che sul sito e-commerce commentano negativamente l’imballaggio di spedizione: troppo poco glamour.