Ferragamo spingerà ancora sulla Cina, ma potrebbe farlo cambiando rotta. Il piano di aperture di negozi dovrebbe andare avanti, a dispetto del crollo della Borsa di Shanghai e dei dubbi sulla crescita del Paese, ha dichiarato l’amministratore delegato del gruppo Michele Norsa, stando a quanto ha riportato l’agenzia di stampa Reuters, dopo la conference call con gli analisti finanziari del 27 agosto, durante la quale sono stati diffusi i dati della semestrale. “Non siamo degli indovini”, ha detto Norsa. “Apriremo nuovi negozi (in Cina, n.d.r.) ma continueremo a essere selettivi e, se sarà il caso, considereremo anche punti vendita più piccoli”. E non solo a causa della crisi, si legge ancora sulla Reuters, ma anche perché i cinesi usano sempre più il canale online e fanno shopping all’estero.
Il semestre chiuso il 30 giugno 2015 della Salvatore Ferragamo è stato archiviato con un aumento del 10% dei ricavi, pari a 722 milioni di euro. L’utile netto è stato di 90 milioni di euro, il 10% in più rispetto allo stesso periodo del 2014. Positivo anche l’ebit, salito del 12% rispetto al 2014 (136 milioni di euro). In calo invece gli investimenti, passati dai 34 milioni di euro dell’anno scorso a 30 milioni, “flessione giustificata dal fatto che la maggior parte degli investimenti avverrà nella seconda parte dell’anno”, ha fatto sapere la società.
Primo mercato per Ferragamo resta l’Asia-Pacifico, che rappresenta più del 36% dei ricavi, un punto percentuale in meno rispetto allo stesso periodo del 2014, ed è in crescita di quasi il 7% (ma in calo del 4% a cambi costanti). In particolare, le vendite nei negozi cinesi sono aumentate del 17% (+3% a cambi costanti), mentre Hong Kong e Macao sono ancora in discesa.
Nel corso della conference call, Norsa ha anche ribadito che “sulla Cina abbiamo fiducia nella seconda parte dell’anno”, hanno riportato le agenzie di stampa. E anche se la situazione è “molto volatile” e “il mood nelle ultime settimane è negativo”, “noi lavoriamo molto sull’efficienza e siamo fiduciosi che possa migliorare”.
Tant’è che non è previsto neppure l’aumento dei prezzi: Norsa ha confermato che “i prezzi sono già aumentati gradualmente in passato e penso che per i prossimi due mesi non vedremo cambiamenti, poi a novembre con la nuova collezione vedremo cosa succederà”.
Ancora in Asia, i ricavi in Giappone sono cresciuti dell’8% (e dell’11% a cambi costanti), mentre in Europa sono saliti del 8% (+6% a tassi di cambio costanti), in Nord America del 16% (+3% a tassi di cambio costanti) e, infine, in Europa del 8% (+6% a cambi costanti).