Il motore di Freddy è l’active fashion shaping. Da quando nel 2012 il brand italiano di abbigliamento sportivo ha lanciato il brevetto Wr.up sono stati venduti due milioni di capi con questa tecnologia, aprendo la strada a una nuova categoria merceologica e portando il giro d’affari dell’azienda a quota 50 milioni di euro nel 2014. “La nostra medicina alla crisi è essere propositivi con progetti sempre nuovi”, ha commentato il fondatore e CEO Carlo Freddi. “Non abbiamo solo unito il mondo fashion con quello sportivo, nei nostri capi abbiamo aggiunto anche il concetto del miglioramento della figura femminile, lo shaping appunto, che prima era legato soltanto all’underwear, e l’abbiamo reso visibile come capo di abbigliamento. La linea Wr.up nel 2014 ha pesato sui conti di Freddy intorno al 20%, ma contiamo di arrivare al 25% per il 2015″. Prima, il brevetto Wr.up era solo legato ai pantaloni, ma oggi ha arricchito la sua gamma produttiva diventando anche un tubino che modella un po’ tutte le zone critiche delle donne, non solo il lato b. “Abbiamo in cantiere un altro brevetto, sempre fashion, ma tecnico, che verrà lanciato a novembre”.
Un successo che passa anche per il concept Pant Room, piccolo negozio di 30-40 mq il cui format non prevede magazzino. “Si tratta di una sorta di ‘scatola profitable’ – ha aggiunto Freddi – in cui sono venduti tutti i nostri prodotti brevettati. In Italia sono presenti già a Verona e Riccione, e apriremo presto anche a Torino, Bergamo e Bologna. All’estero i negozi Pant Room sono a Londra, Washington, Maastricht, in Belgio e in Grecia e a breve ne apriremo 5 nei Paesi Arabi”.
Nonostante la crisi in Russia, secondo mercato per Freddy, e la stagnante situazione italiana, l’azienda Veronese, nata nel 1976, ha chiuso il 2014 con una quota export del 24% che per quest’anno punta a essere raddoppiata.
“Stiamo crescendo molto all’estero, non solo in Europa – ha continuato Freddi -. Siamo arrivati in Cina, Brasile, Paesi Arabi, Sud America, Libano, Nord America dove abbiamo importanti progetti di sviluppo, ma anche in India, Indonesia e Turchia. Essere riconosciuti all’estero, dove c’è molta competizione, ci rende molto orgogliosi. In particolare, nel mondo anglosassone, scandinavo e arabo che hanno gusti stilistici molto diversi da quelli dell’area mediterranea. Abbiamo rilevato, nell’ultimo periodo, un importante supporto da internt. Siamo entrati negli Usa e in Inghilterra proprio grazie all’e-commerce che ci ha fatto conoscere”.
Il tutto senza trascurare le partnership ormai consolidate con l’Accademia del Teatro alla Scala di Milano, con il Royal Ballet di Londra e con la Federazione Ginnastica Italiana per cui Freddy veste i ballerini e gli atleti.