Il piano di ristrutturazione costringe Benetton a chiudere il 2013 in calo di fatturato e con i conti in rosso. Il gruppo di Ponzano Veneto ha approvato ieri i risultati, ma non ha diffuso comunicati in merito. Le indicazioni arrivano dai giornali locali (il Gazzettino, la Tribuna di Treviso e il Corriere del Veneto), secondo i quali la frenata dei ricavi sarebbe stata del 10% sul 2012 (quando il giro d’affari era stato di 1,8 miliardi), mentre le perdite, a livello di ebit, ammonterebbero a 64 milioni. Il risultato negativo (il primo dal 2002), tuttavia, sarebbe mitigato da operazioni di cessione immobiliare (tra cui la sede di Tokyo), senza le quali sarebbe stato assai più pesante. Si parla di 300 milioni. Una tale perdita si lega alle pesanti svalutazioni (“poste straordinarie non ricorrenti molto alte”, avrebbero fatto sapere dall’azienda), probabilmente riferite ai marchi minori. Nonché ai costi della ristrutturazione.
Benetton, insomma, si trova nel pieno della riorganizzazione varata lo scorso novembre, che prevede una rifocalizzazione sui brand principali, una riorganizzazione (riduzione) dei negozi e una maggiore presenza “diretta” a contatto col consumatore (un segnale forte in questa direzione è l’inaugurazione del 15 aprile del nuovo concept store del marchio United Colors of Benetton in Piazza Duomo a Milano). Da Ponzano Veneto, inoltre, avrebbero fatto sapere di aver spinto sull’acceleratore degli investimenti: 80 milioni nel 2013, verso i 100 quest’anno. E di aver comunque registrato un indebitamento sceso sotto i 300 milioni dai precedenti 640.
In termini operativi, sarebbero già emersi segnali positivi nel primo trimestre, con vendite a parità di perimetro in aumento del 17,7 per cento.
Sul fronte della governance, nessuna novità, salvo la smentita di una guida targata Gianni Mion (da sempre ritenuto l’eminenza grigia di Ponzano). L’attuale consiglio di amministrazione, benché dimissionario, dovrebbe restare in carica almeno fino a maggio.