Nella complessa vicenda di Billabong, da mesi al centro di trattative per rilevare il marchio australiano di surfwear appesantito dal fardello di centinaia di milioni di dollari australiani di indebitamento, arriva ora una boccata d’ossigeno. L’assemblea dei soci ha dato il via libera alla ricapitalizzazione della società con l’offerta di 178 milioni di azioni a 28 centesimi di dollari l’uno per un totale di 50 milioni di dollari australiani (poco meno di 40 milioni di euro), il che significa a un prezzo unitario più vantaggioso di quello praticato ai due fondi Centerbridge Partners e Oaktree Capital Management che detengono ora il 40% del capitale. Nel caso in cui la sottoscrizione di nuove azioni riservate al mercato venga interamente assorbito (l’aumento di capitale dovrebbe partire con la pubblicazione dei risultati semestrali, il prossimo 21 febbraio), i due private equity vedranno diminuire la loro quota al 33,9 per cento. “I nostri shareholders, col supporto pieno ed unanime del Board, hanno votato l’approvazione delle misure per la riduzione del debito e il finanziamento della nostra strategia di rilancio”, ha dichiarato Neil Fiske, CEO di Billabong International, “un accordo che, assieme alla prossima offerta di azioni, ridurrà l’indebitamento complessivo della nostra azienda da circa 300 a 100 milioni di dollari. Ciò garantirà una stabile struttura del capitale e la possibilità di focalizzarci sul rilancio del business”.