Tiffany & Co. ha chiuso ieri il secondo quarter dell’esercizio, terminato il 31 luglio, con una crescita degli utili del 16,3%, a quota 106,8 milioni di dollari. Le vendite del colosso dei gioielli newyorchese nel periodo sono cresciute del 4,4% a 925,9 milioni di dollari, trainate da un +13% delle vendite a parità di perimetro messo a segno nella regione Asia-Pacifico (che oggi pesa per il 22% dei ricavi) e in particolare nella Greater China. Resta invece debole il business nelle Americhe, primo mercato per Tiffany.
Il marchio statunitense continua a faticare nella gioielleria di fascia bassa in argento, la categoria più profittevole che genera il 25% delle vendite. Al contrario, come ha sottolineato il presidente e Ceo Michael J. Kowalski, il brand ha messo a segno un’ottima performance nel segmento dell’alta gioielleria. “Siamo soddisfatti – si legge in una nota – dei nostri sforzi per migliorare i margini lordi che, combinati con un attento controllo dei costi, hanno portato a un solido incremento del margine operativo”.
Sulla scia di questo risultato, Tiffany ha alzato l’outlook per l’esercizio. La maison ora attende utili per azione tra 3,50 e 3,60 dollari, rispetto alla stima precedente compresa tra 3,43 e 3,53 dollari. Gli analisti per l’esercizio aspettano 3,53 dollari per azione.