Il destino di Piazza Sempione è in queste ore in mano al giudice delegato. Secondo la ricostruzione di Pambianconews, il consiglio di amministrazione della società, che ha richiesto l’ammissione al concordato preventivo il 4 ottobre, avrebbe già individuato l’acquirente degli asset e predisposto un piano a tutela dei creditori, dei dipendenti e della continuità aziendale, piano attualmente al vaglio del Tribunale. Tra i soggetti interessati, si sono fatti i nomi dei fondi Consilium, BluO e Opera.
In ogni caso, la situazione sembra tagliare fuori L Capital e la vecchia compagine azionaria. La crisi di Piazza Sempione, peraltro, nasce proprio a livello della holding di controllo, la lussemburghese SLPS, della quale ha la maggioranza il fondo francese che fa riferimento a Lvmh. Nella SLPS hanno una quota “economica” i manager di Piazza Sempione, mentre una partecipazione anche “operativa ” è in mano alla famiglia ex proprietaria Monti. Pare sia stata la richiesta di pagamento di un bond in mano a quest’ultima che, mesi fa, ha provocato il default della SLPS, impedendone l’aumento di capitale e la conseguente iniezione di risorse nella società italiana (prevista da una ricapitalizzazione deliberata nel dicembre 2011). La quale, dal canto suo, oltre ad affrontare una situazione di mercato delicata, si è di fatto trovata senza azionista e a dover fronteggiare un debito bancario da 30 milioni di euro. Nel bilancio ancora da approvare (vista la crisi di SLPS) è stato inoltre adottato un criterio di massima cautela che ha portato a una pesante svalutazione dell’avviamento nell’ordine di 30 milioni di euro (cosa che spinge in negativo l’ebitda). Il fatturato del 2011 è stato attorno ai 45 milioni e le previsioni sul 2012 sono il linea con l’esercizio scorso.
Nei prossimi giorni si attende la risposta del tribunale. Dall’esito si capirà il grado di copertura dei debiti. Ed emergeranno in modo più chiaro le responsabilità operative e societarie di una crisi che, in ogni caso, non ha regalato lustro al fondo francese.