Studio Zeta rientra fra i pochi showroom italiani che hanno voce in capitolo sulla scena internazionale della moda. Durante la fashion week milanese Riccardo Grassi ed il suo socio Mauro Galligari, in arte i creatori e fondatori di Studio Zeta, hanno ospitato diverse presentazioni di marchi selezionati da loro, indubbiamente fra i più originali e dirompenti in circolazione.
Ex-Urss, Middle-Est, Cina e India sono i mercati emergenti che hanno portato alla ribalta i bisogni dei nuovi consumatori e che hanno inevitabilmente portato al cambiamento anche il vecchio consumatore europeo e statunitense. Il target a cui oggi ci si rivolge è molto più giovane, e questo ha costretto tutti i brand a modificare le loro strategie, ha affermato Riccardo Grassi di Studio Zeta. Noi lavoriamo con quasi duemila clienti sparsi in tutto il mondo, e riceviamo dei messaggi molto forti sul cambiamento dei gusti dei clienti e su quello che vogliono. I retailer worldwide sono molto preparati. Cercano di fare molta selezione, scegliendo prodotti speciali, rari e spesso con un nuovo logo, perché vogliono dare ai loro clienti qualcosa di unico e poco distribuito. Fra i marchi selezionati dal duo Grassi-Galligari che corrispondono a questa descrizione rientrano senz'altro Angelos Frentzos e Giorgia Scarpa. Vulcanico designer greco il primo e promettente stilista di accessori la seconda (nota per aver rilanciato Roberta di Camerino, n.d.r.), hanno entrambi presentato le loro creazioni allo Studio Grassi durante la settimana della moda donna milanese.
L'Italia è l'unico è paese che riesce ad unire lo stile al business ha affermato Frentzos, che ha presentato una collezione ispirata agli esordi della musica elettronica, a gruppi come i Suicide la mia donna è molto #strong' ma allo stesso tempo molto fragile e molto romantica. Sempre trasparente e mai nostalgica.
Riguardo all'andamento della fashion week milanese infine Riccardo Grassi è molto deciso: Il sistema moda milanese dovrebbe seguire l'esempio di Parigi, in una parola, compattarsi. Abbiamo 800 showroom che lavorano da soli, le fiere che lavorano da sole, le sfilate che lavorano da sole� e male. Tutto questo nuoce all'immagine di Milano, che avrebbe grandi potenzialità. E si ripercuote anche sull'immagine che ha il mondo dell'Italia.