è una lotta all'ultima vetrina. Una guerra combattuta a suon di euro al metro quadrato. Tra via Spiga e Montenapo la rivalità fa scintille da almeno quindici anni, da quando cioè Spiga ha cambiato look, indossando i panni della via modaiola al posto di quelli della strada dei panettieri (da lì il nome).
L'escalation non ha conosciuto interruzioni sviluppandosi e sfruttando le verticalità: pochi i metri quadrati di base ma se moltiplicati per l'altezza il prodotto diventa eccellente. E così sta avvenendo che le continue e massicce ristrutturazioni di questa via esclusiva, coinvolgano sempre più i piani alti, diventati in un battibaleno altri spazi di vendita. Ne è un chiaro esempio l'ultimo negozio di Tod's che da terra arriva fino al tetto tanto da fare di via Spiga, tenendo conto pure dello spazio di Fay, il regno di Della Valle.
La lista d'attesa di via Spiga è lunga (ma non come quella di Montenapoleone) alla faccia dei prezzi d'affitto: si parte dai 4-4.500 euro al metro quadrato. Numeri che non scoraggiano i marchi del fashion system pronti a qualsiasi cifra pur di aggiudicarsi un posto nell'olimpo della moda. D'altronde l'assenza di traffico ne fa un salotto, il salotto buono per eccellenza, dove è facile organizzare feste ed eventi.
Per il presidente dell'associazione Amici di via della Spiga, Roberto Moretti «questo è il vero salotto di Milano. Per questo le più famose griffe del mondo fanno a gara per avere la loro boutique in questa via».
Via Spiga è un fiore all'occhiello che si possono appuntare nomi come Gilli, diversi gioiellieri (Bulgari, Pasquale Bruni, Chopard, Tiffany), molti scarpai (Sergio Rossi, Vicini, Carshoe, Stuart Weitzman). E poi Hermès, Prada, Malo. Nello stesso tempo, però, via Spiga deve essere grata a un nome come quello di Giò Moretti, multimarca famoso in tutto il mondo, che prima di tutti ha reso Spiga quel che è oggi.
Estratto da Corriere della Sera del 14/05/08 a cura di Pambianconews