A oltre un anno dal delisting da Wall Street, avvenuto nel febbraio 2006, l'azienda di Longarone oggi non parla di quotazione. «Attualmente, il 99% delle azioni, spiega Maurizio Dessolis, vice-presidente di De Rigo, sono tornate in mano alla famiglia De Rigo. Stiamo cercando di trovare il restante 1% per poterlo ricomprare. Siamo usciti dalla borsa newyorkese perché ci occorreva una libertà di movimento e una flessibilità che la permanenza al Nyse non ci permetteva. Stiamo portando avanti una serie di progetti che richiedono massima riservatezza, necessità che mal si concilia con la permanenza in una qualsiasi piazza borsistica».
L'attenzione di De Rigo è puntata all'ampliamento della rete distributiva. «La nostra politica retail, spiega il manager, prevede acquisizioni di catene di punti vendita leader nel mercato. Abbiamo acquisito il primo distributore iberico (General Optica) e uno dei primi tre britannici (Dollon & Aitchison) e nei prossimi due anni contiamo di chiudere altre quattro acquisizioni in altrettanti Paesi».
Queste operazioni porteranno il fatturato del gruppo (che nel 2006 è stato di 558,4 milioni di euro registrando un +10,4% rispetto all'anno precedente) a toccare il milione di euro entro i prossimi tre anni. La crescita a due cifre è la risultante dell'introduzione delle nuove licenze Ermenegildo Zegna e Jean Paul Gaultier, e di un incremento su tutti i marchi in licenza (Celine, Chopard, Escada, Etro, Fila, Furla, Givenchy, La Perla, Loewe, Pirelli PZero) e su quelli di proprietà (Police, Sting e Lozza).
Estratto da Borsa & Finanza del 13/05/07 a cura di Pambianconews