Da giorni, gli esperti s'interrogavano sul perché il titolo Carrefour prendesse il volo mentre la Borsa era in ribasso. Poi ieri mattina l'annuncio a sorpresa : il gruppo Arnault (la holding familiare di Bernard Arnault (nella foto), patron del colosso francese del lusso Lvmh) e il fondo Colony Capital hanno acquisito il 9,1% del secondo più importante gruppo mondiale nel settore della grande distribuzione : 6.500 insegne nel mondo e cifre d'affari per 77 miliardi annui. Un'operazione da 3,8 miliardi che se si somma ad acquisizioni minori avvenute in precedenza consente alla holding di Arnault di controllare quasi il 10% della Carrefour. Al termine dell'operazione, il titolo Carrefour è salito del 4,82%.
I due investitori, che non hanno reso noto il prezzo delle azioni, si sono limitati ad iscrivere l'ingresso nella catena di supermercati e grandi magazzini come un investimento strategico e industriale in un settore ad alto potenziale di crescita, soprattutto nei mercati emergenti. L'entourage del gruppo Arnault fa sapere che è stato il gruppo Colony a proporre l'operazione all'uomo d'affari francese e non viceversa. Inoltre è stata riaffermata l'intenzione di lavorare in stretta collaborazione con la famiglia Halley, fondatrice di Carrefour, che detiene ancora il 13% del capitale e il 20 per cento dei diritti di voto. Il clima sembra tuttavia meno idilliaco.
Sulla strategia futura di Carrefour peserà la personalità di Bernard Arnault, sempre più deciso ad espandersi e a diversificare i settori di attività e gli interessi del partner Colony (con una partecipazione nel gruppo alberghiero Accor) nel campo immobiliare e alberghiero. Il valore immobiliare del gruppo Carrefour è stimato in 20 miliardi di euro.
L'ingresso dell'imperatore della moda e del lusso nella grande distribuzione potrebbe significare soltanto due cose, anche se una valutazione sembra oggi ancora prematura. Da un lato l'allargamento dei canali di distribuzione e commercializzazione dei prodotti di alta gamma (l'esperimento è già avviato con successo in Cina) e dall'altro la diversificazione di un gruppo che da anni registra una crescita formidabile e profitti altissimi.
Estrato da Corriere della Sera del 8/03/07 a cura di Pambianconews