Gianni Carità è presidente del Tarì, la cittadella orafa di Marcianise. La struttura casertana, che ha da poco superato il traguardo dei dieci anni di vita, consorzia 370 imprese (45% produzione, 30% servizi, 25% distribuzione); 3.500 le presenze quotidiane (7 mila durante le fiere); 400 mila operatori ospitati annualmente, quattro manifestazioni fieristiche specializzate (marzo, maggio, ottobre e novembre). Il fatturato consolidato del Tarì è di 750 milioni; il 30% del prodotto delle aziende è destinato all'export (in prevalenza Paesi europei e del Mediterraneo, Stati Uniti, Russia, Cina). Carità, inoltre, fa parte dell'esclusivo Club degli orafi, che riunisce in un gruppo selezionato le più qualificate aziende italiane del settore della gioielleria.
Dopo un 2004 difficile e un 2005 disastroso per l'economia campana, quest'anno si cominciano a intravedere segnali di ripresa. Pensa che il trend positivo possa consolidarsi?
La situazione è complessa. Gli ultimi anni sono stati di grande crisi per i consumi, in tutta Italia. Sono state grandi anche le difficoltà delle nostre imprese, che hanno visto aggiungersi a questa stagnazione la forte concorrenza straniera. Inizialmente questa situazione ha scosso fortemente la nostra economia e soprattutto le piccole aziende si sono trovate in forte difficoltà. Oggi assistiamo a un grande rilancio del made in Italy. Fantasia, creatività, innovazione hanno trovato il giusto spazio, insieme a una più solida coscienza delle competenze e delle attitudini necessarie per affrontare in modo positivo la competizione internazionale. I consumi interni, poi, si stanno leggermente riprendendo, con un rinnovato apprezzamento per il prodotto italiano.
Il suo è un osservatorio privilegiato sul made in Italy. E anche al Sud le produzioni di alto profilo possono rappresentare un volano anti-crisi?
La forte spinta della concorrenza straniera ha portato a ridefinire l'identità del made in Italy. Che oggi più che mai è sinonimo di eccellenza: nella qualità, nella ricerca, nella innovazione del prodotto e delle tecniche distributive e di comunicazione. Il prodotto italiano ha un'immagine alta a livello internazionale, ed è su quei livelli che dobbiamo e possiamo posizionarci. L'esperienza di chi opera nella gioielleria conferma questa strada.
Consorziarsi è l'idea vincente, dunque?
L'obiettivo è offrire al sistema delle piccole aziende la possibilità di pensare in grande pur restando di piccole dimensioni. Per quanto ci riguarda: design, assistenza alla internazionalizzazione, formazione ai giovani, opportunità di business sono strumenti che il Tarì mette a disposizione delle aziende presenti.
Estratto da Il Mondo del 8/12/06 a cura di Pambianconews