Uno stile trasversale che piace al presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, e al presidente della Camera, Fausto Bertinotti. «Per fortuna attraversiamo un periodo storico che privilegia lo stile casual», spiega Mariano Rubinacci, titolare dell'omonima sartoria. «Nella City di Londra come in piazza Affari a Milano, i businessman non hanno più l'obbligo del gessato».
Nel 2006 l'azienda fatturerà circa 5 milioni di euro nei negozi di Napoli, Roma, Milano e in Giappone (che vale da solo il 15% delle vendite). Lo scorso ottobre è stato aperto lo store a Londra, che chiuderà l'anno con un giro d'affari di oltre 887mila euro. «Il punto vendita inglese è la nostra finestra sul mondo, in Mount street ospitiamo clienti che provengono da tutti i continenti».
Se ieri il problema era quello di andare a caccia di clienti, oggi la cosa più difficile è trovare manodopera specializzata: «Abbiamo 40 dipendenti con un'età media di 65 anni, ma per “fare” un sarto ci vogliono venti anni di esperienza». Così, Mariano Rubinacci ha investito decine di milioni di euro nella scuola di formazione aziendale a Casalnuovo di Napoli. «Ci sono già tre alunni che lavorano gomito a gomito con i nostri artigiani ma vogliamo ampliare la scuola».
Per ora, non sono in vista nuove aperture: «Ho inaugurato da poco lo store di Londra. Come direbbero gli inglesi, “Give me a break”», sorride Rubinacci.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 25/11/06 a cura di Pambianconews