Donne «to watch». Perché di potere, perché contano, perché decidono. «Solo» cinquanta, in tutto il mondo. Poi dieci «speciali», in Europa. Fra le «wonder woman», americane per lo più, come la «number one», Melinda Gates, moglie di Bill, tre italiane: Frida Giannini (nella foto), direttore creativo del Gucci Group, fra l'altro la più giovane con i suoi 34 anni; e poi, nella speciale classifica europea, Silvana Armani, 52 anni, creativa dell'omonimo gruppo e Laura Ferro, 53 anni, presidente e amministratore delegato della Gentium, azienda biofarmaceutica.
La classifica mondiale 2006 del Wall Street Journal coglie impreparata Frida Giannini (numero 43), non perché lei non sia consapevole di essere donna da 1,8 miliardi l'anno; ma «non me l'aspettavo, dice. E ora che ce l'ho qui davanti, leggo i nomi di tutte queste donne, le loro carriere e mi sento un pulcino». Il Wsj dice di lei che nel 2011 «traghetterà» il gruppo a 3 miliardi di euro. Scoppia a ridere: «Vivo sinceramente un po' più alla giornata, con programmi a scadenza molto più vicina. Diciamo che sono un po' fatalista». Una bestemmia per una manager: «Ma non per una creativa!». L'anno scorso era Miuccia Prada, oggi lei. «Lusingata, ma, ripete, non me l'aspettavo. È il riconoscimento di un percorso che ho appena cominciato».
Al convegno organizzato dal quotidiano americano per presentare la classifica è seguito un dibattito. Conclusioni: «Donne manager perdete troppo tempo a cercare l'equilibrio fra famiglia e lavoro. Vivete in costante jet lag ufficio-casa e questo vi porta stress e basta. La perfezione non esiste, perdonatevi sia l'assenza a un riunione importante che a un gioco a scuola con i vostri figli». «Bell'argomento quello dell'equilibrio… È vero, si fa fatica. E sinceramente non so se ho fatto un buon lavoro da una parte e dall'altra», interviene Laura Ferro (classifica Europa), una vita fra gli States e l'Italia (l'azienda ha sede a Villaguardia, Como). Problemi con i figli? «Nessuno, ora poi sono grandi e ho con loro un ottimo rapporto». Nel lavoro, parla la classifica: donna «to watch» 2006! «Già incredibile, ma forse è per l'azienda, per quello che abbiamo fatto tutti».
Il Wsj, che dal 2002 a oggi le donne non hanno fatto passi entusiasmanti: «solo» il 16,4% (+0,7 per cento in quattro anni) ha poteri decisionali nelle 500 aziende più importanti del mondo. Silvana Armani (classifica Europa) è la più schiva di tutte. Con un cognome così importante: «Ho la mia vita, amo il mio lavoro ma non chiedetemi di apparire». «Carriera» nell'ombra, la sua: «Dello zio sì, dal quale ho imparato tutto». Cominciando da zero: «Bigiavo la scuola, così mio padre mi disse di scegliere. Ho fatto la modella e la centralinista, poi sono arrivate le collezioni, Emporio e il resto. Essere fra tutte queste manager mi stupisce, però sì il lavoro è la mia vita: dalle 10 alle 19, seduta, alla scrivania con i miei collaboratori».
Estratto da Corriere della Sera del 21/11/06 a cura di Pambianconews