Negli ultimi dieci anni il fenomeno dei grandi magazzini dedicati alle marche dell'abbigliamento a prezzi stracciati ha avuto un vero boom. Lungo tutta la penisola sono sorte cittadelle della moda dove le famiglie trascorrono ore e ore in cerca dell'abito di Valentino o i jeans Dolce&Gabbana con il 70% di sconto. Unica accortezza: il modello è dell'anno scorso. Secondo i dati della Sita Ricerca, società di ricerche sul settore tessile, fatto 100 il totale delle spese degli italiani in abbigliamento, il 3,5% avviene negli outlet, mentre nel 2003 era il 2%. Un +45% in un mercato che, fanno sapere da Sita, è fermo da anni.
In questo dilagare di villaggi e cittadelle, le aziende che gestiscono gli spazi da affittare alle note marche di abiti si sono specilizzate nei target e hanno messo a punto diverse strategie per conquistare i clienti. È il caso di McArthur Glen, società che fattura 400 milioni di euro grazie ai centri di Serravalle Scrivia, Castel Romano e da ultimo Barberino del Mugello, che punta soprattutto al target dei giovani e ai turisti. “Per il lancio di un factory outlet center applichiamo un piano ben preciso diviso in tre fasi”, spiega il direttore marketing Cesare Nonnis Marzano, “i mesi antecedenti l'apertura ci dedichiamo ad attività di below the line e pubbliche relazioni. Dopo l'inaugurazione parte la campagna pubblicitaria prevalentemente su radio e affissioni per informare il pubblico locale e investiamo circa 3 milioni di euro in due anni. L'ultima fase, detta di consolidamento, è dedicata all'organizzazione di eventi”.
Stessa passione per le griffe, ma interessi diversi per il target a cui mira Fox Town con tre centri in Svizzera e che recentemente ha aperto il quarto outlet a Shangai, in Cina. “L'outlet è frequentato da diverse fasce sociali”, racconta Silvio Tarchini presidente e fondatore, “ma la maggioranza dei nostri visitatori sono persone con elevata disponibiltà economica”. Foxtown, in linea con il suo target alto, è l'unico a offrire oltre allo shopping un casinò aperto dalle 11 del mattino fino a notte fonda che nel 2005 ha fatturato 80 milioni di euro.
Infine c'è la strategia cosiddetta turistica. Castel Guelfo, con 1,6 milioni di visitatori e 38 milioni di fatturato nella provincia bolognese, fa leva sulla posizione strategica per raccogliere i turisti, italiani e stranieri, in vacanza sulla Riviera romagnola.
Estratto da ItaliaOggi del 18/09/06 a cura di Pambianconews