Giovedì 14 settembre Stefano Beraldo, 49 anni, amministratore delegato del gruppo Coin, aveva due impegni importanti a migliaia di chilometri di distanza. L'inaugurazione a Bergamo del quarto Coin rifatto, secondo la nuova formula ideata per il rilancio, e l'apertura a Ekaterinburg su 1.500 metri quadrati di un negozio Oviesse, l'insegna per la famiglia del gruppo di Mestre. Alla fine Beraldo ha scelto la Russia, prima tappa di una nuova strategia con cui partendo dall'Est Europa l'Oviesse si lancia oltrefrontiera, in partnership con operatori locali. «Per ora è un test, ma io ci credo» dice Beraldo, che prevede cinque o sei negozi.
Il compito di Beraldo non è facile: rilanciare una società in forte crisi, soprattutto a causa dell'andamento negativo delle insegne Coin, oltre che di logoranti faide familiari. «Quando ho esaminato i dossier di Rinascente Upim e di Coin Oviesse e ho scelto Coin, sapevo che era una sfida accettabile», racconta il top manager, partito all'attacco con un piano di «turnaround» che in borsa, dove è quotato il 30,5% del capitale della società, sembra essere apprezzato. Le azioni Coin, pagate dal fondo Pai alla famiglia Coin 2,13 euro, veleggiano sui 4 euro e secondo altri analisti (Unicredito) potrebbero superare i 5.
Scommessa vinta? Non ancora. L'obiettivo è fare di Coin il grande magazzino del lusso accessibile. «Un lusso che nella moda produciamo direttamente e, per la prima volta nella storia dei grandi magazzini, proviamo anche a esportare» sottolinea Beraldo, che ha appena firmato un accordo pilota con una catena di Praga per vendere i capi di abbigliamento griffati Luca D'Altieri, il brand di abiti uomo e donna di fascia alta della collezione realizzata dalla Coin.
Quanto alla Oviesse, dove conti e vendite dei 282 negozi vanno bene, si proseguirà con le aperture, almeno 30 nuovi magazzini destinati ad aggiungersi agli oltre 30 aperti negli ultimi 12 mesi.
Estratto da Panorama del 15/09/06 a cura di Pambianconews