Il consumo maschile sembra essersi risvegliato da un lungo torpore. La sfida, ora, è comprendere il nuovo consumatore. E', infatti, in atto un cambio generazionale che griffe, aziende e negozi “top” in Italia sono impegnati a capire. Sembra esserci una lieve ripresa che, in un settore come quello maschile, fermo da molto tempo, non può che portare buon umore. La nuova generazione ritorna a frequentare la sartoria.
Ritorna di moda l´abito fatto su misura, il contrario di quello che generalmente fanno le griffe con la cosiddetta brand extension, sfruttando tutte le potenzialità del marchio e rendendolo più commerciale. C´è chi a questa nuova religione del “su misura” ha annunciato da tempo di essersi convertito. Tom Ford, per esempio, l´ex direttore creativo di Gucci, che dovrebbe aprire a breve il suo negozio del “su misura” maschile nel quadrilatero del lusso milanese.
E il sartoriale, anche se sembra una contraddizione in termini, caratterizza anche quella moda che gli americani chiamano sportswear ma che, se prodotta in Italia, di americano non vuole avere niente. «L´abbigliamento sportivo di nuova generazione non è fatto da capi semplici, ma è una combinazione di artigianato e progetto di design» spiega Agostino Poletto di Pitti Immagine, una delle rassegne più importanti a livello internazionale dedicata all´abbigliamento maschile che apre le porte fra una decina di giorni. Lo sportswear diventa un campo di ricerca. E le aziende italiane lo stanno reiventando. Sixty, uno dei gruppi più grossi nel casualwear italiano, ha comprato recentemente un marchio inglese, Baracuta che ha come pezzi “culto” dei giubbini sportivi, molto particolari.
A fare i grandi numeri con l´abbigliamento maschile sono da un lato marchi come Hugo Boss, Armani, Dolce & Gabbana, Zegna Sport e dall´altro quelli di nicchia come Kiton o Brioni. I nomi della moda maschile legati ad un vissuto classico più tradizionale, come Canali, Corneliani e Pal Zileri, stanno andando meglio fuori dall'Europa, in America, Cina e Russia. «La domanda si è vivacizzata, commenta Gaetano Marzotto (nella foto), presidente di Pitti Immagine. In linea con la ripresa dell´industria manifatturiera italiana. Il bilancio delle vendite della moda maschile nei primi quattro mesi dell´anno è positivo sia in Italia che in Europa. Sono andate particolarmente bene nell´est europeo, ma è stato registrato un andamento positivo in Spagna e Scandinavia. Viene data in leggera ripresa anche la Germania che rimane il mercato più importante per noi. Insomma per le aziende italiane che fanno qualità è un momento positivo. Ma non bisogna limitarsi a fare solo il prodotto, ma anche il marketing e servizio».
Estratto da Affari&Finanza del 12/06/06 a cura di Pambianconews