I produttori europei di calzature in cuoio, per far fronte alla fortissima concorrenza dell'Asia, richiederanno dazi più elevati e un intervento più vasto. Gli importatori e i dettaglianti, che beneficiano del basso costo delle scarpe in cuoio sovvenzionate dallo Stato e importate da Cina e Vietnam, accuseranno la Commissione di cercare di proteggere l'industria europea e riversare l'aumento dei costi sui consumatori.
Benché la nostra inchiesta abbia riguardato le fabbriche segnalate dagli stessi Governi vietnamita e cinese, esistono prove inconfutabili di un intervento sleale dello Stato e di sovvenzioni occulte nel settore calzaturiero dei due Paesi. Si tratta di pratiche di dumping, e conformemente alle norme dell'Omc e della Ue abbiamo il diritto e il dovere di combatterle quando nuocciono all'industria comunitaria. Queste pratiche di dumping sovvenzionate dallo Stato stanno recando un grave pregiudizio all'industria europea. Dal 2001, la produzione di calzature in cuoio è diminuita del 30% circa, il settore ha perso 40mila posti di lavoro e i prezzi all'importazione sono diminuiti quasi del 30%. Questa situazione è strettamente collegata all'aumento delle importazioni a prezzi inaccettabilmente bassi da Cina e Vietnam.
Per questo ho raccomandato di istituire dazi provvisori compresi tra il 16 e il 20%, proponendo che vengano introdotti gradualmente nell'arco di cinque mesi, partendo da un'aliquota del 4% circa in aprile. Questa misura garantirà ai dettaglianti con merci in transito di non dover improvvisamente sostenere costi inattesi.
Le misure antidumping non assumono la forma di restrizioni quantitative o di contingenti all'importazione. L'Europa è fermamente intenzionata a sviluppare scambi commerciali e flussi di investimenti bilaterali con Cina e Vietnam. Le misure antidumping riguardano pratiche commerciali sleali, non vantaggi concorrenziali naturali dell'Asia. L'unico contrappeso a questi vantaggi naturali consiste nella creatività, nell'innovazione e nell'impegno delle società europee.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 7/03/06 a cura di Pambianconews