Le passerelle parigine attraggono sempre più le griffe della moda italiana, prima fra tutte Miuccia Prada che ha trasferito oltralpe la sfilata di Miu Miu. Esiste però anche una tendenza inversa per cui c'è chi lascia Parigi per tornare a casa. Si tratta di Diego della Valle, che dopo il debutto l'anno scorso in Francia della sua prima collezione di prêt à porter di lusso ha preferito rientrare in patria per presentare la nuova collezione.
E' indubbio, comunque, che Parigi stia acquisendo una maggiore freschezza nel settore fashion grazie allo spazio che viene concesso ai giovani stilisti. Tra i marchi di maggior successo al momento ci sono Balenciaga e Chloè. Chloè sta ottenendo buoni risultati e lo dimostra il fatto che il gruppo Richemont, a cui il marchio fa capo, fino a poco tempo fa avrebbe voluto disfarsene perché lo considerava come un investimento non strategico. Ora però, starebbe marciando così bene da aver fatto cambiare idea alla capogruppo che ha deciso di tenerselo.
A parte Chloè e Balenciaga, sono tanti altri i vecchi marchi che sono in fase di rilancio a Parigi e che sfilano in queste giornate e affollano il calendario della moda parigina: Lanvin, Rochas, Givenchy disegnato dall´italiano Tisci, Cacharel, Sonia Rykiel, Guy Laroche, Nina Ricci, Kenzo disegnato da Marras. «C´è una grande aria di rinnovamento nella moda francese: vari marchi storici sono in fase di rilancio, in termini di stile, marketing di prodotto e di nuove operazioni di branding, commenta Roberto D´Incau di Hudson Highland Group. In queste operazioni colpisce il coraggio, la voglia di esplorare strade spesso totalmente nuove dal punto di vista del prodotto, e questo, dal mio osservatorio di cacciatore di teste specializzato nella moda e nel lusso, implica l´inserimento di nuove figure creative e manageriali, spesso “cacciate” anche in Italia».
Prosegue: «Vedo la moda francese con uno spirito davvero “laico” di grande apertura verso designer e manager di altri paesi, compresa la tradizionale rivale Italia. In fondo, perché un marchio storico del lusso mantenga la propria allure nel tempo sui consumatori, è ben necessario fare dei cambiamenti, anche molto radicali. Cambiare perché tutto resti come prima: questa la lezione che la moda francese ha metabolizzato molto bene».
Estratto da Affari&Finanza del 27/02/06 a cura di Pambianconews