Anche il secondo trimestre di quest'anno si è chiuso, per il sistema della moda, con un segno negativo. Il monitoraggio della Camera della moda italiana, per i settori a monte (tessile più concia) il fatturato è diminuito del 5,4% e la produzione del 3,8; mentre per i settori a valle (abbigliamento più accessori in pelle più calzature), la perdita del fatturato è stata del 9,5% e del 10% nella produzione. E se nel primo semestre è ripresa l'esportazione (+2,8%), il cattivo andamento del mercato interno (-6%) ha finito per bruciare questo effetto positivo.
Al quarto anno consecutivo di crisi, sarebbe legittimo aspettarsi un settore preoccupato ma compatto, combattivo, pronto alla più solida alleanza. Invece, niente di tutto questo, ma una rissa continua sul calendario di Milano moda donna. Risultato: un programma impossibile di show, uno ogni mezz'ora, che la Camera della moda ha dovuto varare, in grande ritardo, pur di offrire un ipotetico schema di lavoro.
Il primo a essere deluso è Mario Boselli, presidente della Camera. «I nostri stilisti sono fortissimi sul lato creativo e organizzativo, dice. Ma sono fragili e forse nemmeno troppo consapevoli del proprio valore. La stessa richiesta degli americani di accorciare il calendario era stata rivolta tempo fa ai francesi, che hanno detto no, grazie, senza turbarsi tanto».
Adesso che Sistema moda Italia si fonde con l'Associazione tessili vari e dà vita a una nuova federazione, potrebbe diventare l'approdo per una grande alleanza? «Le esigenze sono diverse, il mondo delle firme ha bisogno di attenzioni speciali, ma sono disponibile a coordinarci». Ho indetto per ottobre una riunione del consiglio, che sarà preceduta da una consultazione con le principali maison, per stabilire il calendario del 2006. Con tutto il tempo per decidere, e il ricordo di questo settembre ancora ben chiaro in mente».
Estratto da CorrierEconomia del 26/09/05 a cura di Pambianconews