India e Cina sono i Paesi del futuro ma anche il Giappone è ancora un grande mercato.
Parola di Luciano Benetton, venuto di persona a Nagoya, la città della Toyota a dell'Esposizione universale, per tagliare i nastri del suo ultimo megastore, l'undicesimo nell'arcipelago nipponico. Un investimento da 400 milioni di yen (3,2 milioni di euro circa) realizzato dopo lunghissime trattative. Ma ne è valsa la pena.
«Questa volta abbiamo raggiunto la perfezione perché siamo nel cuore della città, su due piani, mille metri quadrati, to spazio sufficiente per mettere in vetrina tutti i nostri prodotti» , spiega l'imprenditore trevigiano. Benetton ha scelto Nagoya perché la trova molto simile a Milano, to stesso numero di abitanti. Una città the non ha risentito della crisi economica a con un reddito tra i più elevati al mondo. E dal cuore della provincia di Aichi sarà più facile penetrare ancora di più nel resto del Paese.
Il Sol Levante assorbe oltre i due terzi delle vendite di Benetton in Estremo Oriente. Un mercato importante con 130 punti vendita in franchising, il più grande fuori dell'Unione europea per il gruppo di Ponzano Veneto. Determinato a proseguire la sua politica espansiva. Eppure il Giappone è noto per essere un Paese dai costi altissimi per gli investitori. «Sì ma è anche un mercato solido, sicuro, dove si hanno meno rischi e poi questo è un momento favorevole perché mancano particolari eccitazioni finanziarie o bolle speculative», sostiene Luciano Benetton.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 6/09/05 a cura di Pambianconews