Si dichiara soddisfatto Rossano Soldini, l'energico presidente dell'Anci, che il 15 giugno ha guidato una delegazione di calzaturieri italiani a Bruxelles, così furibondi da consegnare simbolicamente le chiavi delle proprie aziende al commissario al Commercio Peter Mandelson. «Con tutti i colleghi europei abbiamo manifestato le nostre preoccupazioni e chiesto giustizia. Così finalmente lo scorso giovedì è stata avviata l'inchiesta antidumping per le scarpe di cuoio nei confronti di Cina e Vietnam».
E' un'indagine che in media dura nove mesi ma che, vista la gravità della situazione, potrebbe concludersi entro fine anno, anche per l'abbondanza dei dati presentati dalla Cec (l'associazione europea per le calzature) e messi a punto in gran parte dall'Italia, che copre circa il 40% del settore produttivo sotto tiro. «Non soltanto l'importazione è drammaticamente aumentata nei primi quattro mesi 2005, ma sono anche diminuiti i prezzi di un terzo. Si vende sottocosto: mocassini a sei euro, stivali completamente di pelle a 27. Noi chiediamo di vederci chiaro e che siano rispettate le regole. Vogliamo anche che sia obbligatoria l'etichettatura, poi sarà il cliente a decidere, disponendo di tutte le informazioni».
«La Cina non è un problema. Il problema è la nostra incapacità di gestirla. Di noi italiani, intendo, che non abbiamo la massa critica di certi colossi americani come Nike. Noi siamo specializzati in prodotti di qualità che ancora i cinesi non sanno fare. Ci arriveranno, certo, perché da loro stanno arrivando modellisti, conciatori, interi distretti italiani. Ma serviranno ancora degli anni. In questa fase dobbiamo cercare di inserirci noi».
Estratto da CorrierEconomia del 27/06/05 a cura di Pambianconews