Quando, lo scorso luglio, Andrea Guerra lasciò Merloni per Luxottica sorprese tutti. Molti gli interrogativi su quel che sarebbe accaduto nella prima società mondiale di occhiali, quotata in Borsa, visto che lo stesso fondatore, Leonardo Del Vecchio, ha detto di voler passare l'azienda ai manager. Oggi Guerra racconta il suo ingresso, i programmi, i passi fatti nella governance. E sulla successione spiega che non è cambiata la direzione di fondo, indicata chiaramente da Del Vecchio, anche se non ci sono progetti in corso di definizione. «Quando sarà il momento, l'azionista troverà il percorso e il modo migliore per tutti». Ma per prima cosa chiede: «Ha visto i risultati trimestrali?» (ricavi +34,8%, utile operativo +13,6%, netto +7,3%).
Se li aspettava.
«I risultati si aspettano, ma quando si è in mezzo a una integrazione (con Cole, nda) ogni giorno è una conquista. Nel wholesale sono cinque trimestri che cresciamo a doppia cifra; i clienti in Europa iniziano a prendere decisioni».
Quali?
«Concentrarsi su società organizzate di cui potersi fidare nel lungo periodo. Significa che le case produttrici cominciano a rallentare, ad avere marchi meno brillanti… Come Luxottica stiamo vivendo un momento strabiliante con Ray-Ban e abbiamo un trend positivo per le licenze di punta. E poi c'è la prospettiva di Dolce & Gabbana: faremo fuochi d'artificio».
Ristrutturerete in Italia?
«Adesso stiamo assumendo… È evidente, poi, che bisogna distinguere. Ogni azienda sana ogni tanto va incontro a riorganizzazioni, ma questo non significa immaginare qualcosa di strutturale, quanto piuttosto che si deve essere più efficienti e completi. Ogni stabilimento deve avere missioni chiare, una giusta flessibilità. Noi abbiamo oltre 5 mila dipendenti in Italia e un panorama di stabilimenti non tutti uguali».
Estratto da CorrierEconomia del 9/05/05 a cura di Pambianconews