Stile, qualità, tecnologia e pubblicità. Sono queste le leve della competitività secondo Attilio Attilieni, il papà delle Lelli Kelly, scarpette per bambine che fanno capo alla Stefcom, insieme ai marchi Bull Boys e Stefania. «Quando ebbi l'idea di unire le caratteristiche delle scarpe da ginnastica a uno stile “bianco-rosa” per le bambine, mi consigliarono di lasciar stare» racconta il presidente di Stefcom. I conti del gruppo segnano nel 2004 ricavi per 14,5 milioni e l'azienda si aspetta di arrivare a oltre 20 nel 2005. «Su un test realizzato sul primo 5% di ordini per la prossima stagione invernale, dice Attilieni, stiamo realizzando performance di crescita del 136% in volumi e del 143% in valore. A dire la verità, non ce l'aspettavamo».
Il marchio Lelli Kelly, poi, è anche presente negli Stati Uniti attraverso la licenziataria Atsco di Boston. E su questo aspetto i dati sono quanto meno curiosi. «Dopo la presentazione lo scorso anno a Las Vegas della collezione primavera-estate 2005, aggiunge Attilieni, le vendite di prodotti a marchio Lelli Kelly negli Usa dovrebbero raggiungere quest'anno i 100 milioni di dollari». In sostanza, la società toscana fornisce alla Atsco solo il know how e lo stile, in cambio di una royalty del 6%, (come dire, quindi, ricavi aggiuntivi per 6 milioni di dollari).
Estratto da Il Sole 24 Ore del 31/01/05 a cura di Pambianconews