Il sistema moda italiano fa quadrato per dare più forza alle richieste di strumenti efficaci per affrontare ad armi pari quello che Gian Domenico Auricchio, presidente del comitato tecnico di Confindustria per la tutela dei marchi e la lotta alla contraffazione, ha definito «un mutamento epocale dello scenario competitivo globale». Al convegno su «Globalizzazione sostenibile: una risposta per il tessile e abbigliamento italiano» organizzato ieri dalla Provincia e dalla Camera di commercio di Varese, Auricchio ha ribadito la posizione di Confindustria a favore del marchio d'origine che «può essere la premessa per una riforma del sistema doganale europeo».
«Senza etichettatura d'origine e tracciabilità non possiamo chiedere ai consumatori di pagare un prezzo più alto per il made in Italy» ha aggiunto Michele Tronconi, vicepresidente dell'Associazione tessile italiana (Ati) e di Euratex. Che ha ricordato la “petizione” in corso, realizzata a livello europeo, nella quale si chiede il prolungamento del monitoraggio preventivo nei confronti dell'export cinese, previsto solo fino a fine marzo.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 25/01/05 a cura di Pambianconews