Renzo Rosso sembra vivere in un mondo parallelo, controcorrente, dove tutte le logiche della moda di oggi si ribaltano. Un mondo dove la produzione made in Italy aumenta rispetto a quella asiatica, dove le vendite crescono a doppia cifra, gli Stati Uniti non si accorgono del supereuro e la Germania dimentica di essere un Paese in crisi. L'anno scorso il fatturato ha sfiorato il miliardo di euro, con il 27% di aumento in un mercato della moda dove il lusso è riuscire a mantenere il giro d'affari: e quest'anno crescerà ancora a due cifre. Uno sviluppo accompagnato da una redditività «vergognosa», come la chiama Rosso: «Il risultato prima delle imposte supera il 17% del fatturato».
Ieri, Rosso non ha fatto in tempo a vedere la sfilata DSquared2 che ha aperto la giornata di Milano moda Uomo: si è svegliato alle cinque, ma da Bassano del Grappa l'elicottero è partito tardi per colpa della nebbia. Si consola con i risultati del marchio comprato nel 2001: «Quando l'ho preso fatturava 3 milioni e mezzo. Adesso è a 50 milioni. Non rimane niente nei negozi: ci chiedono di mandare qualsiasi cosa per il riassortimento».
Rosso, vestito in maglione nero e jeans, lo chiama il casual di lusso, e lo segue attentamente insieme all'altro figlio adottivo, il marchio Martin Margiela. «In due anni, da quando l'abbiamo acquisito, è passato da 22 a 30 milioni di ricavi. Ci ho messo del tempo per non violentare la maison, per trasformare la visione ristretta del business che avevano dentro la casa parigina. Ho affidato la guida a un manager importante del gruppo, Giovanni Pungetti, e adesso Margiela può decollare. Abbiamo lanciato le nuove collezioni di scarpe e accessori. È il prodotto giusto da abbinare al casual, con le sue giacche fatte a mano, in una logica di estremo antagonismo».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 19/01/05 a cura di Pambianconews